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GLI UNDER 35 ITALIANI FIDUCIOSI SULLA REGOLAZIONE DEI FLUSSI MIGRATORI

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I risultati delle rilevazioni condotte dall’Osservatorio giovani dell’Istituto Toniolo forniscono dati che rivelano come gli under 35 guardino con una certa curiosità l’esperimento che Di Maio e Salvini propongono al Paese, ma rimangano dubbiosi sui possibili esiti.

Sul rapporto dei giovani italiani con la politica attuale prevale un misto di attesa, sospensione di giudizio, ma anche moderata preoccupazione: dichiara di guardare con fiducia il nuovo governo poco meno di un terzo degli intervistati (ma con valori nettamente maggioritari per gli elettori di Lega e M5S). Chi manifesta moderata perplessità è il 29,1%, mentre il 28,7% è molto scettico. Poco più di un intervistato su dieci non si esprime. Passando, più specificamente, alla fiducia sulla realizzazione dei punti qualificanti del programma di M5S e Lega, sembra prevalere la posizione di quest’ultimo partito.

Fra i principali punti presi in esame, c’è quello della gestione dei flussi migratori: il 35,7% degli intervistati è convinto che su questo tema il nuovo governo lascerà una sua impronta (si sale quasi al 70% tra i leghisti). Poi c’è la modifica della Legge Fornero, punto d’impegno comune di entrambe le forze politiche, con oltre il 40% degli intervistati che ritengono verrà realizzata. Poco sotto chi è pronto a scommettere sull’attuazione della flat tax (circa il 30%), mentre solo il 26,1% prevede l’effettiva introduzione del Reddito di cittadinanza. A puntare sull’applicazione di quest’ultimo punto sono quasi solo i pentastellati, mentre tra gli elettori leghisti prevale il timore si possa risolvere in assistenzialismo, soprattutto a beneficio del Mezzogiorno.

Nel confronto con la rilevazione del 2015 sul tema immigrazione il dato si impenna: in quell’anno, infatti, la stessa percezione riguardava il 57%. È interessante anche notare come la gran parte dei rispondenti esprima comunque una opinione e come solo il 4,9% se ne astenga. Inoltre, in condizioni di scarsità di lavoro di cui soffrono soprattutto le nuove generazioni, i giovani tendono ad assumere un atteggiamento protezionistico: la maggioranza (soprattutto nelle classi sociali più deboli) ritiene che l’immigrazione dovrebbe essere gestita in modo da non entrare in competizione con le condizioni di lavoro di chi già è in Italia.

In particolare, più del 60% ritiene che i datori di lavoro dovrebbero prendere in considerazione l’offerta di lavoro degli italiani prima di valutare quella degli immigrati (62,6%), a fronte del 37,4% che si dichiara in disaccordo con questa affermazione. Il timore della concorrenza lavorativa degli immigrati non risulta comunque più forte rispetto al prolungamento della permanenza dei lavoratori più anziani e alla crescente automazione nei processi produttivi. Esiste quindi una preoccupazione generale sull’impatto dei cambiamenti demografici, sociali e tecnologici rispetto alle opportunità di lavoro, che spinge i giovani con capitale umano più debole verso posizioni difensive. Inoltre, se si considera l’atteggiamento verso gli stranieri regolari presenti in Italia, si ottiene una valutazione largamente positiva (solo uno su tre pensa che la loro presenza peggiori la sicurezza e l’economia del paese).

La visione, dunque, che i giovani italiani hanno della politica è complessa e disomogenea, come emerge anche dal Rapporto Giovani 2018 (RG2018) curato dall’Istituto Toniolo con il sostegno della Fondazione Cariplo e Intesa Sanpaolo e pubblicato per le edizioni “Il Mulino”. In base a questo, è sempre il tema dell’IMMIGRAZIONE che fornisce significativi elementi per comprendere come gli under 35 si relazionino con le dinamiche sociali del nostro Paese. Oltre il 70% dei giovani intervistati ritiene che l’atteggiamento generale degli italiani nei confronti degli immigrati sia prevalentemente diffidente e ostile.

Il RG2018 mette anche a confronto i giovani italiani e i COETANEI EUROPEI nel quadro delle aspirazioni professionali e come ritengano di poterle realizzare (FIGURA. 4): sono i tedeschi (39,6%) e gli spagnoli (36,7%) a esprimere maggiori certezze su ciò che intendono realizzare nel loro futuro professionale, mentre si dichiarano certi del loro destino il 31,3% dei britannici, il 28,8% dei francesi e meno di 1 italiano su 4 (22,5%). Viceversa, i nostri giovani spiccano (40,7%) insieme a spagnoli (35,3%) e francesi (33,6%) tra quelli che dichiarano di avere sì delle aspirazioni professionali definite, ma non sanno se riusciranno a realizzarle. La compagine degli «indecisi tra alternative possibili», decisamente più ridotta, vede al primo posto gli inglesi (16,8%). Più preoccupante è il caso dei giovani disorientati, quelli che non hanno alcuna idea rispetto a un possibile percorso professionale o che non ci vogliono nemmeno pensare, che rappresentano insieme una quota consistente degli intervistati italiani (26,8%), francesi (25,4%) e britannici (23,4%).

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