Sociale

CIAO ALFIE

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Dopo settimane al centro della cronaca, di titoli sui giornali e servizi in televisione, purtroppo Alfie, il bambino inglese gravemente malato, non c’è più. Tralasciando tutta la retorica di settore e le tantissime polemiche create dalla discussione politica, medica ed ecclesiastica, la vita di quel povero bambino è scivolata via senza che nessuno riuscisse a fare qualcosa e, anzi, ancora non avevano deciso cosa fosse giusto e possibile per lui.

Fino a ieri era giusto parlarne, dare risalto ai continui appelli dei disperati genitori che giustamente non erano pronti (come non lo sarà mai nessuno) a dire addio al loro bambino senza aver lottato con tutte le armi a propria disposizione e chi, presosi l’impegno a garantirne le migliori cure possibile, ha provato a fare il proprio meglio ma questo non è stato abbastanza. Oggi quindi non è più il tempo di parlarne ma quello chiudersi in sé stessi per un secondo e nel silenzio riflettere o pregare; in una società che ‘mastica’ le persone e le cose, capace di curare e risolvere tanti problemi fisici e mentali ma ancora non tutti, ora è il momento del silenzio rispettoso e del raccoglimento; domani sarà il primo giorno per combattere affinchè tutti – medici, istituzioni e politici – collaborino e trovino una soluzione perché non vi siano altri Alfie sulle prime pagine di tutto il mondo, perchè a rimetterci sono sempre i più fragili.

Pietro Proietti

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