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UNICEF: NEL MONDO 1 BAMBINO SU 10 VITTIMA DI SFRUTTAMENTO DEL LAVORO MINORILE

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“A livello globale, quasi 1 bambino su 10 è vittima di lavoro minorile; numero che aumenta a circa 1 su 5 in Africa”. È quanto denuncia l’Unicef, in vista della Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile che si celebra domani.

Inoltre, “l’incidenza del lavoro minorile in Paesi colpiti da conflitti armati, dove vivono circa 250 milioni di bambini, è più alta del 77% rispetto alla media globale, mentre la percentuale di lavori pericolosi è maggiore del 50%”.

L’Unicef sottolinea che “nelle sue forme peggiori, il lavoro minorile può tramutarsi in schiavitù, sfruttamento sessuale ed economico, morte. Il lavoro minorile è sia causa che conseguenza della povertà: rinforza le disuguaglianze sociali e la discriminazione, priva i bambini di un futuro prospero e mina al benessere sia dello Stato sia dell’individuo”, ricorda Francesco Samengo presidente di Unicef Italia. Infatti, “è stato dimostrato che il lavoro minorile compromette direttamente l’istruzione, la salute e di conseguenza ostacola le capacità dei bambini e delle famiglie di trarre beneficio da opportunità di sviluppo sociale ed economico”. Fra il 2008 e il 2012, il lavoro minorile è diminuito di solo l’1% e i progressi nella riduzione del lavoro delle ragazze sono stati il 50% in meno di quelli per i ragazzi.

Ai tassi attuali, 121 milioni di bambini saranno ancora vittime di lavoro minorile nel 2025 e in 52 milioni impiegati in lavori pericolosi. Diversi settori sono coinvolti nel lavoro minorile, come agricoltura, manifattura, miniere e cave, lavori domestici.

“Spesso, questi lavori si nascondono alla vista – osserva l’Unicef – Per esempio, gli stimati 15-16 milioni di bambini che svolgono lavori domestici nel mondo, la maggior parte ragazze, sono raramente visibili, ma affrontano molti pericoli”.

In quasi tutte le regioni i bambini e le bambine hanno le stesse probabilità di essere coinvolti in lavoro minorile, ad eccezione dell’America Latina e dei Caraibi dove i ragazzi hanno maggiori probabilità rispetto alle ragazze di svolgere un lavoro: 13% contro 8%. In Africa Centrale e Occidentale per entrambi la percentuale si attesta attorno al 32%; in Africa Subsahariana il 30% dei ragazzi è coinvolto in lavoro minorile, rispetto al 29% delle ragazze; in Africa Meridionale e Orientale il 27% contro il 24% mentre in Medio Oriente e in Nord Africa i ragazzi sono l’8% rispetto al 6% delle ragazze.

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