Giovani e Scuola

TENDE DEI COLLETTIVI DEGLI STUDENTI DELLA SAPIENZA IN PROTESTA

“Siamo di nuovo sotto al rettorato per chiedere con forza la fine di ogni complicità del nostro ateneo con l’industria della guerra”. A dirlo sono i ragazzi e le ragazze dei collettivi durante la conferenza stampa davanti al rettorato della Sapienza. “Palestina libera” scandiscono gli studenti che ricordano l’appuntamento di domani in città universitaria quando si terrà il senato accademico. “Rimarremo qui fino a che il nostro ateneo non metterà fine a ogni accordo con Israele”, sottolineano chiedendo le dimissioni della rettrice Antonella Polimeni dalla Fondazione Med-Or.
Davanti al rettorato, durante la conferenza stampa, sono state spostate cinque delle tende che da ieri sono in presidio davanti all’ateneo. La mobilitazione proseguirà sul pratone dove rimarranno le tende e verrà allestito anche un gazebo. Non è escluso che possano rimanere anche dopo il senato accademico.

I ragazzi e le ragazze dei collettivi rimarranno a oltranza. “Tende contro il genocidio” si legge sullo striscione esposto davanti all’aula T1. Gli studenti sventolano le bandiere della Palestina. “No al meeting Nato a Roma. Fuori l’Italia dalla guerra. Fuori l’Italia dalla Nato”, è scritto su un altro striscione.
“Abbiamo deciso, visto che siamo per la rottura degli accordi con Israele e in generale contro la guerra che si sta allargando e che secondo noi è portata avanti con il sostegno della Nato, di aggiungere anche questa contestazione. Per noi è il simbolo della legittimazione di politiche guerrafondaie”, spiega Leonardo di Cambiare Rotta

 Le tende montate dai collettivi dell’università La Sapienza sono anche a Villa Mirafiori, una delle sedi dell’ateneo, in vista del senato accademico di domani e “in solidarietà con la protesta degli studenti in tenda in città universitaria”, sottolineano. “Resteremo fino a domani”, fanno sapere le ragazze e i ragazzi. Domani, infatti, si sposteranno davanti al rettorato per la manifestazione delle 15.30.

Domani verrà consegnata al senato accademico la petizione firmata da circa 2500 studenti, docenti, ricercatori, dottorandi e lavoratori dell’ateneo. “Chiediamo la sospensione degli accordi di questa università con le università israeliane e con le imprese che producono armamenti, per le loro responsabilità nel massacro in corso del popolo palestinese, e l’esplicita condanna di questo atto”, si legge nella lettera. “Chiediamo una presa di posizione da parte della rettrice Polimeni, di sospendere gli accordi della Sapienza con il complesso militare industriale, tra cui Leonardo ed Eni, e con le università israeliane”, ribadisce anche il dottorando in studi politici alla Sapienza, Alessandro Picone.
L’appello è stato promosso dal Comitato Sapienza per la Palestina e da Studenti Sapienza for Palestina

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