Fatti di Roma

IL MEGLIO IN EDICOLA DI LUNEDI’ 20 APRILE 2015

PIANO SICUREZZA: MILITARI IN CITTA_ A ROMA


corriere della sera

 

Soldati in strada: «Noi come agenti» (Rinaldo Frignani)

In pochi mesi hanno aiutato le forze dell’ordine a catturare rapinatori e scippatori. Hanno contribuito a bloccare molestatori e violentatori. «Siamo agenti di pubblica sicurezza a tutti gli effetti», spiegano fonti dell’Esercito impegnate da alcuni giorni nella nuova fase delle vigilanze fisse e mobili nella Capitale. Ma questa volta l’allerta internazionale con l’allarme terrorismo è particolarmente pesante. Sono cambiate le regole d’ingaggio, sono ricomparsi i fucili mitragliatori. «Chi ha l’arma lunga in dotazione deve portarla con sé, chi ha quella corta deve fare lo stesso», sottolineano i militari impegnati in Strade Sicure, l’operazione al fianco delle forze dell’ordine con le quali i soldati – Granatieri di Sardegna e Brigata Sassari – pattugliano il territorio. E ora anche musei e monumenti, come avviene da tempo a Parigi.

Qualche notte fa i militari hanno contribuito all’arresto dei due aggressori di una donna nei pressi della stazione Anagnina – poi bloccati da una pattuglia dei carabinieri -, ma ci sono stati anche interventi contro persone sospette con documenti falsi, oppure che stavano danneggiando le auto in sosta – come è successo alla Garbatella. Sempre all’Anagnina i soldati di guardia alla stazione hanno catturato alcuni borseggiatori che avevano preso di mira i passeggeri della metropolitana e li hanno poi consegnati ai militari dell’Arma. «Per noi si tratta di una collaborazione molto importante – dicono ancora dall’Esercito – anche perché in questo modo noi possiamo continuare con il nostro servizio di vigilanza mentre gli atti giudiziari vengono svolti dai carabinieri o dalla polizia nei loro uffici. Per questo non abbiamo le manette».

I servizi dei soldati, regolati in turni, sono gestiti direttamente dalla Prefettura che delega al questore i criteri sull’utilizzo dei militari e le responsabilità che le forze dell’ordine devono dividere con loro. «Non scegliamo noi i siti da pattugliare – proseguono gli uomini con le stellette – ma è il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica a decidere dove dobbiamo gravitare con le pattuglie e i nostri veicoli. Possiamo andare da soli, in maniera autonoma, o insieme con le altre forze nelle aree metropolitane che ci sono state assegnate. Siamo agenti come loro». […]

Messaggero

Giubileo, pronto soccorso 22 milioni per il restyling (Mauro Evangelisti)

Ventidue milioni di euro per ristrutturare e, in alcuni casi, ampliare i pronto soccorso. Il recupero di 122 nuovi posti per terapia intensiva con la novità che anche l’ospedale militare del Celio farà la sua parte. E il via libera probabile al raddoppio delle assunzioni consentite dal piano di rientro per la sanità di Roma e del Lazio. Un servizio di eliambulanza anche per la neonatologia. Ecco, in sintesi, come si sta sviluppando il piano per la sanità della Regione in vista del Giubileo straordinario che prevede l’arrivo nella Capitale, nell’arco di un anno, di circa venticinque milioni di pellegrini.

Partiamo dai Dea, i dipartimenti di emergenza e accettazione. In questi giorni le Aziende sanitarie presenteranno i piani di potenziamento dei pronto soccorso. In alcuni casi si parla anche di veri e propri ampliamenti, perché se già oggi le strutture sono in crisi per il numero di cittadini che quotidianamente chiedono aiuto, con l’invasione dei fedeli la situazione potrebbe aggravarsi, mandando definitivamente in tilt il sistema. Di qui il fondo di 22 milioni di euro, per adeguare i pronto soccorso di Roma su due fronti: sia dal punto di vista dei macchinari a disposizione, sia per l’ammodernamento dei locali. Gli interventi più importanti interesseranno il Policlinico Umberto I, il San Camillo, il San Giovanni, il Sant’Andrea e il Grassi di Ostia. Si tratta di una corsa contro il tempo, visto che l’apertura ufficiale del Giubileo è prevista per l’8 dicembre. Con un’incognita in più: il clima di tensione causato dall’inchiesta su Mafia Capitale rischia di rallentare il percorso per l’affidamento dei lavori visto che negli uffici prevarranno, in questi giorni come non mai, i criteri di massima prudenza.

L’altra lacuna che si è manifestata dal giorno in cui Alessio D’Amato, direttore della cabina di regia della sanità del Lazio, ha messo sul suo tavolo la «pratica Giubileo», è quella dei posti per terapia intensiva. Secondo le analisi della Regione, è necessario attivarne altri 122 per superare le criticità. In questi giorni ci sono già delle ipotesi concrete su dove realizzarli. Alcuni esempi: 8 al San Camillo, 4 al San Giovanni, 4 all’Umberto I. A questo si aggiunge il contribuito anticipato dall’ospedale militare del Celio, che ha messo a disposizione altri 8 posti di terapia intensiva che potranno essere utilizzati nei giorni del Giubileo.

Tutto questo però rischia di essere inutile, se non si trova il personale sufficiente a garantire i servizi. La Regione ha quantificato in 599 le unità in più negli ospedali romani il fabbisogno necessario ad affrontare l’onda del Giubileo straordinario. Come si fa, visto che il Lazio è ancora in regime di commissariamento e di attuazione del piano di rientro dal debito e dunque c’è ancora il blocco del turnover, vale a dire una forte limitazione delle assunzioni? L’ipotesi più probabile è che si ottenga dal Ministero della Salute una deroga.

Oggi la sanità del Lazio può sostituire solo il 15 per cento di coloro che vanno in pensione o si dimettono; la Regione conta di alzare quella percentuale a 30 e in queste ore sta proseguendo la trattativa, partendo da un dato che potrebbe favorire il Lazio: per legge il costo del personale deve essere l’1,4 per cento inferiore a quello del 2014. Bene, la sanità regionale rispetta quell’indicatore. […]

Tempo

Apre la stazione Jonio Con un solo ingresso (Giuseppe Grifeo)

Alle 5,30 del 21 la prima corsa in partenza dalla nuova stazione Jonio della Linea B1 della metropolitana. Sarà il nuovo capolinea rappresentando un prolungamento in III Municipio del percorso che fino a ora si è fermato a Conca d’Oro. Un regalo per il Natale di Roma. È una fermata con un parcheggio di scambio multipiano per circa 250 auto e un giardino con parco giochi per bambini in cima. Intorno, per adesso, solo parcheggi a strisce bianche, non a pagamento anche se poi lo sarà. Serviranno corsie preferenziali sui viali principali di zona, anche se si sta valutando di farle «a tempo» negli orari critici di spostamento dei lavoratori.

Per le linee bus di superficie nessun variazione di percorsi. Sarà in funzione solo un ingresso alla stazione, quello su via Scarpanto. L’altro, su viale Jonio, è ancora chiuso: devono essere ultimati i lavori di abbattimento della vecchia struttura commerciale, aprendo così, come da progetto, uno slargo verso la strada. Potenziamenti per le linee bus 435, 338, 336, 69 e 90. Le fermate delle tre direttrici lungo via di Val Melaina, viale Jonio e via delle Isole Curzolane, saranno tutte il più vicino possibile alla nuova fermata metro. Il 435 non proseguirà come prima fino a Prati Fiscali-Val di Lanzo, ma tornerà indietro da piazzale Jonio verso Porta di Roma: «Il percorso accorciato, consentirà una maggiore frequenza servendo meglio, per esempio, i circa 3.000 lavoratori di Almaviva su via di Casal Boccone», ha sottolineato Fabio Dionisi, presidente della Commissione Mobilità del III Municipio.

Su via di Valle Melaina le fermate saranno in corrispondenza della piazza fra via Gorgona e via Stampalia. Per quanto riguarda viale Jonio, gli autobus si fermeranno quasi in corrispondenza dell’uscita di stazione che ancora non sarà aperta. Su via delle Isole Curzolane, le fermate si attesteranno vicino via Scarpanto: sarà il tragitto a piedi più lungo per i passeggeri della metro Jonio.

«Per le corsie preferenziali – sottolinea Dionisi – ci confronteremo prima con le realtà locali. Di certo la “cura” con le corsie dedicate ai mezzi pubblici risulterebbe perfetta contro il parcheggio selvaggio in doppia fila di oggi. Si sta pensando anche corsie a tempo: dalle 7 alle 9 quando tutti vanno a lavoro e devono utilizzare metro e bus, poi vedremo se ritagliare una fetta di orario nel pomeriggio o nella sera». […]

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