Giovani e Scuola

AL VIA TEST DI MEDICINA. UDU: “BASTA CON IL NUMERO CHIUSO”

Sono 68.694 gli iscritti che oggi affronteranno i test di ingresso alla facoltà di Medicina, contendendosi i 11.568 posti disponibili. Una differenza inconcepibile per l’Unione degli Universitari (Udu) e il Link coordinamento universitario, che hanno organizzato presidi e sit in di protesta davanti alle università italiane per dire stop al numero chiuso.

“Basta speculare sulla pelle degli studenti” dichiara dichiara Enrico Gulluni, Coordinatore Nazionale dell’Unione degli Universitari. “Ci troviamo ancora una volta ad assistere all’ennesima lotteria dei test d’accesso per i corsi a numero programmato nazionale. Un evidente segnale di quanto gli investimenti in Istruzione e Università e Ricerca siano soltanto promesse elettorali e frasi spot, che poi nella realtà non trovano mai applicazione, neanche dopo l’evidente crisi in cui il nostro Servizio Sanitario Nazionale si è venuto a trovare a causa della carenza di medici, che manifesta ancor di più il fallimento del numero chiuso”.

“Anche quest’anno – sottolinea Gulluni – decine di migliaia di studenti saranno impegnati in quella che ormai rappresenta una vera e propria competizione, una guerra tra poveri, dove i soggetti economicamente meno abbienti e partono fortemente svantaggiati rispetto a chi, già consapevole della propria scelta, ha speso gran parte di quest’anno nella preparazione attraverso corsi privati a pagamento, incentivando attorno al Numero Chiuso un vero e proprio business”.

“Siamo il paese – conclude il coordinatore Udu – con un numero di laureati di gran lunga inferiore alla media OCSE e con investimenti in istruzione e formazione dei giovani di gran lunga la di sotto della media Europea, eppure piuttosto che inversioni di rotta ed investimenti continuiamo a vedere numero chiuso e test d’accesso”.

Per Camilla Guarino di Link Coordinamento universitario “è inaccettabile che venga fatta questa selezione per diventare medico, quando il nostro Servizio Sanitario Nazionale è in emergenza. I casi degli ultimi mesi sono emblematici: in varie regioni d’Italia sono stati chiamati in servizio medici in pensione, medici militari oppure anche medici neolaureati senza un’adeguata formazione”.

“Siamo contro ogni barriera di accesso – prosegue Guarino – dal test di oggi al test di specializzazione che limita ulteriormente il numero di medici, dichiariamo l’emergenza sanitaria e chiediamo che, per rispondere ai bisogni di salute del Paese, venga raddoppiato il numero di borse di specializzazione e ripensato il sistema di accesso alla facoltà di medicina e chirurgia”.

Tags

Articoli correlati

Back to top button
Close