Dal Campidoglio

RESTPINTO DALL’AULA IL REFERENDUM SULLA LIBERALIZZAZIONE DEL TPL. RAGGI: “SERVIZIO RESTA PUBBLICO”

L’Assemblea capitolina ha respinto l’esito del referendum del 2018 che ha visto la vittoria del sì al quesito che chiedeva la liberalizzazione del trasporto pubblico locale di Roma oggi affidato ad Atac, azienda pubblica e controllata al 100 per cento dal Campidoglio.

Con una delibera di giunta approvata con 21 voti favorevoli e 6 astenuti l’Aula Giulio Cesare ha scelto “di confermare tutti gli indirizzi espressi nelle linee programmatiche della sindaca e nei Dup in tema di politiche della mobilità e trasporti” e “di ribadire che l’obiettivo principale da perseguire per ottenere un reale efficientamento del servizio è quello del potenziamento e miglioramento della rete infrastrutturale”. Intervenendo in Aula Giulio Cesare la sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha sottolineato che “Atac resta pubblica, questa era e rimane per noi l’unica scelta. L’azienda deve rimanere nelle mani dei cittadini – ha detto -. Per decenni Atac è stata spolpata, il suo fallimento è stato pilotato per svendere l’azienda ai privati ma noi non lo abbiamo permesso”.

I proponenti, rappresentati in Aula Giulio Cesare dal deputato di +Europa, Riccardo Magi, hanno chiesto alla sindaca e alla giunta capitolina di sospendere la votazione. “Non si può anteporre il salvataggio di un’azienda alla qualità del servizio da erogare ai cittadini, questo è un ragionamento privatistico, il Comune di Roma si comporta come proprietario di un’azienda – ha spiegato Magi -. Il referendum si è tenuto all’inizio del novembre 2018, oggi si celebra in questa seduta l’atto conclusivo. Il tema che si proponeva due anni e mezzo fa è tuttora valido ma nel frattempo – ha concluso – sono accadute delle cose che dovrebbero portare i membri di questa Assemblea a rinviare il voto odierno”. Raggi, pur sottolineando “rispetto” per “chi ha votato al referendum del 2018” ha però evidenziato “anche la bassa affluenza a quel referendum, pari al 16,4 per cento degli aventi diritto” e ha replicato: “Ribadiamo la nostra contrarietà alla messa a gara del servizio del trasporto pubblico locale, che avrebbe creato solo disparità tra periferie e centro, tra linee di serie A più produttive e linee di serie B meno remunerative. Vogliamo Atac pubblica e comunale e continueremo a sostenere quest’azienda per un servizio universale senza discriminazione di prezzi”.

Una polemica sulle modalità con cui la delibera di giunta sul referendum è arrivata in Aula Giulio Cesare è stata sollevata dal presidente M5s della commissione Mobilità di Roma, Enrico Stefàno, che ha spiegato: “Visto che tutti siamo così convinti dell’affidamento in house e dei risultati importanti raggiunti, mi chiedo perchè questa seduta non l’abbiamo tenuta il giorno dopo l’esito del referendum. Mi chiedo perchè abbiamo aspettato due anni e mezzo. Facciamo parte del M5s, che portava avanti un approccio dal basso, che difendeva i referendum senza quorum. Noi che partivamo con questi nobili obiettivi per mesi ci siamo trincerati dietro l’aspetto tecnico del quorum sì e quorum no”. La delibera è stata licenziata dall’Aula Giulio Cesare con il voto favorevole della maggioranza M5s, l’astensione del Pd, la non partecipazione al voto dei consiglieri di Fd’I e Lega. Collegati alla delibera di giunta sono stati approvati: un ordine del giorno presentato dal consigliere del Partito democratico, Giovanni Zannola, e cinque emendamenti presentati dal presidente M5s della commissione Mobilità, Enrico Stefàno.

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