Fatti di Roma

NUOVA MOSSA DEL COMUNE DI ALBANO PER TENTARE LO STOP AL TERMOVALORIZZATORE DI ROMA

Dopo i ricorsi alla magistratura amministrativa, il comune di Albano continua nella sua battaglia contro la costruzione del termovalorizzatore di Roma in località Santa Palomba, a pochi passi dal centro castellano e dalla discarica di Roncigliano (chiusa pochi mesi fa per esaurimento delle volumetrie). E stavolta si rivolge direttamente alla Regione Lazio. Ieri il Consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno (anche con i voti di Fratelli d’Italia che ad Albano è opposizione) che impegna la Giunta a “porre in essere tutta l’attività amministrativa necessaria per fare istanza presso la Giunta Regionale, ai fini dell’istituzione sul sito di Roncigliano di un’area ad elevato rischio di crisi ambientale ai sensi della lr 13/2019 di cui sopra, così da garantire alla cittadinanza il rispetto dei principi di sostenibilità e minimizzare il probabile impatto dannoso delle attività di smaltimento avvenute negli anni”.
Le rilevazioni effettuate nel tempo sull’area della discarica di Roncigliano, che per tanti anni ha visto smaltire anche i rifiuti di Roma (in particolare da dopo la chiusura della discarica di Malagrotta nel 2013), “evidenziano ormai da 15 anni un grave inquinamento, soprattutto della falda idrica, che costringe gli abitanti ad essere riforniti tramite autobotte”, secondo la Rete Tutela Roma Sud.
Da qui l’iniziativa di coinvolgere la Regione nell’applicazione della legge che rileva le aree ad elevato rischio ambientale per poi procedere col risanamento. La norma “ha introdotto una serie di strumenti tesi a superare i limiti del testo unico per l’ambiente- ricorda la Rete Tutela Roma Sud- In particolare stabilisce un termine entro cui realizzare un piano di risanamento (5 anni rinnovabili solo una volta) e dispone il divieto di costruire nuovi impianti inquinanti, per non aumentare i veleni nell’area a rischio ambientale.
L’individuazione di questa area ad elevato rischio di crisi ambientale avviene con delibera della giunta regionale, su istanza degli enti locali interessati”. Cosa c’entra il futuro termovalorizzatore di Roma? Come detto questo impianto sorgerà in un’area prossima a quella che il Comune di Albano vorrebbe fosse dichiarata a rischio di crisi ambientale dalla Regione e quindi risanato.
Pertanto, se il terreno dove sarà costruito il termovalorizzatore “sarà incluso nell’area a rischio ambientale, questo confermerebbe la scelta sbagliata del commissario straordinario Gualtieri, che ha addirittura modificato la mappa delle aree idonee per questo tipo di impianti, e la sua costruzione sarebbe bloccata, così come la riapertura della discarica o la riattivazione del Tmb”, spiega Rete Tutela Roma Sud.
Viceversa “se il terreno non fosse inquinato e lo diventerà a seguito della costruzione dell’inceneritore- conclude Rete Tutela Roma Sud- non ci saranno dubbi sulla causa e sarà possibile chiedere un risarcimento fino a farlo chiudere”.
Il settore Ambiente del Comune di Albano inoltrerà a giorni la richiesta alla direzione regionale competente, allegando tutte le analisi dell’Arpa degli ultimi 15 anni, la quale dovrà poi predisporre una relazione, sentiti l’Arpa e il Dipartimento di epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale. A quel punto la palla passerà alla Giunta per la decisione finale.
Per l’esecuzione di tutti questi passaggi, però, la legge non prevede una tempistica certa. Pertanto potrebbero volerci anni prima che il comune di Albano ottenga le risposte attese dalla Regione. Intanto, l’ente ha impugnato al Tar anche la procedura indetta gara di Roma Capitale per l’affidamento della progettazione, realizzazione e gestione del termovalorizzatore.

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