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LA CEI SI SCHIERA CON I SINDACI, IL DECRETO SICUREZZA NON TUTELA IL DIRITTO D’ASILO

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L’arcivescovo di Ferrara, Mons. Gian Carlo Perego  si schiera dalla parte dei sindaci e delle Regioni che annunciano  ricorsi alla Corte Costituzionale contro il decreto sicurezza. “Ci  sono due livelli, entrambi importanti – osserva all’Adnkronos il  presule che è stato direttore generale della Fondazione della Cei  Migrantes -. In Costituzione abbiamo l’art. 10 che tutela il diritto  di asilo e in questo momento, di fronte ad un decreto sicurezza che  non tutela il diritto di asilo e mette in difficoltà ulteriormente le  realtà locali, è giusto ricorrere ai giudici della Consulta da parte  dei sindaci e anche delle associazioni”.

Il secondo livello, osserva ancora Perego, chiama in causa le  coscienze: “Di fronte a gravi disagi è giusto il ricorso perchè in  coscienza non si può accettare quello che va contro diritto. C’è un  problema di coscienza perchè la vita delle persone è messa in grosse  difficoltà, e c’è il diritto di asilo che, anche secondo tanti  giuristi, non è tutelato dal decreto Salvini. Sono due livelli  entrambi importanti”.

Monsignor Perego condivide il ricorso all’obiezione di  coscienza nei confronti del decreto sicurezza: “Giusto fare obiezione  di coscienza di fronte ad un decreto che non tutela la vita delle  persone. Il secondo livello è più giuridico e costituzionale ed è  quello a cui stanno ricorrendo sindaci, associazioni. Anche i  richiedenti asilo potranno impugnarlo. Non dimentichiamo che ai tempi  di Maroni l’ Italia fu condannata per le espulsioni ingiuste”. Secondo  Perego, dunque, la procedura del ricorso alla Consulta “è corretta e  va valorizzata. E’ giusto che una legge che si ritiene metta a  repentaglio un diritto fondamentale costituzionale sia messa nelle  mani della Corte costituzionale per un giudizio legittimo”.

Il Papa, ieri all’Angelus e oggi davanti al Corpo diplomatico, ha  fatto un accorato appello ai leader europei. Da parte sua Salvini ha  detto che i cattolici stanno con lui. “La Chiesa è fatta di battezzati  ma a guidare la Chiesa sono i pastori, non i politici. Non so a chi  pensi Salvini, – osserva mons. Giancarlo Perego -. Che poi sulle  scelte concrete la politica si divida e le persone si possano  dividere, questo fa parte della storia ma non ci si può dividere di  fronte al messaggio evangelico ’Ero straniero e mi avete ospitato’.

C’è un rischio divisione tra i cattolici? “Nel corso  della storia ci sono sempre state divisioni su aspetti politici di  fronte ad alcune situazioni: penso, per fare un esempio, di fronte al  fascismo. Di fronte a scelte politiche i cattolici hanno avuto  posizioni diverse, il problema è quando queste opposizioni nascono da  elementi pregiudiziali, di falsità, quando si costruisce una opinione  pubblica erronea: la politica ne è responsabile. Ma il messaggio del  magistero sociale della Chiesa è sempre stato coerente sul tema  migrazioni”.

Quanto alle aperture mostrate dal governo attraverso le parole del  premier Conte che ha dato la disponibilità per l’accoglienza di  quindici persone della Sea Watch, Perego osserva: “Il problema non  sono le risposte a corto respiro e di carattere assistenziale, sono le  risposte politiche che oggi non ci sono. L’assenza da Marrakech  sull’approvazione del Global Compact, l’assenza dai tavoli europei è  stata grave e la stiamo pagando. Le risposte politiche oggi possono  essere solo europee e internazionali, diversamente non si daranno  risposte serie e concrete”.

 

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