Dal Campidoglio

IN CAMPIDOGLIO LA GIORNATA DELL’ARCHEOLOGIA ITALIANA ALL’ESTERO

Si è celebrata stamattina in Campidoglio la Giornata dell’Archeologia italiana all’estero, organizzata dal ministero degli Esteri in collaborazione con il Comune di Roma. Un’iniziativa nata per dare visibilità alle missioni archeologiche italiane operanti all’estero che intende rappresentare un’occasione di incontro e di dialogo tra i direttori delle missioni sostenute dal MAECI, il mondo della Diplomazia e della Cultura, il Parlamento e le Istituzioni governative italiane. Presenti nell’Aula Giulio Cesare il ministro degli Esteri, Antonio Tajani e il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

Ha aperto l’incontro il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri: “Sono davvero felice e onorato che questa prima Giornata dell’Archeologia Italiana all’estero si svolga qui in Campidoglio, ringrazio i ministri Tajani e Sangiuliano per la partnership che ci ha visto collaborare all’organizzazione di questo evento e per aver scelto Roma e il Campidoglio come sua sede. Effettivamente penso non potrebbe essere sede più appropriata e densa di significati per incontrare un’eccellenza straordinaria italiana come le missioni archeologiche di italiani all’estero. Siamo in un luogo la cui straordinaria e incredibile stratificazione storica riverbera il passato sul presente, uno dei più importanti siti del mondo archeologico, ma siamo anche a pochi passi da Palazzo Caffarelli dove, nel 1829, fu fondato l’Istituto di corrispondenza archeologica. Fu la prima organizzazione permanente di collaborazione archeologica al livello europeo e dà lo spunto della straordinaria stagione di scavi e di studi che aveva preso inizio alla fine del XVIII secolo e all’inizio del XIX secolo e della affluenza di studiosi qui a Roma. Un patto di studio e divulgazione delle conoscenze che ha avuto una funzione così importante per lo sviluppo e il consolidamento delle discipline archeologiche che vedono l’Italia primeggiare e che sono uno strumento straordinario di conoscenza, di cooperazione e di politica internazionale. L’Italia ha questa capacità straordinaria di mettere a servizio un sapere denso, ricco e stratificato e di farlo per aiutare a comprendere e conoscere la propria storia, attraverso un dialogo, una cooperazione culturale che è funzionale a far aiutare ciascuno ad assumere maggiore consapevolezza di sé stesso. È un bellissimo modello di multilateralismo fondato sul rispetto, sulla valorizzazione di tutti i soggetti ma anche sulla consapevolezza che tutte le storie hanno dietro radici e legami complessi. La funzione delle missioni italiane è stata ed è straordinaria, ha assunto spesso anche un rilievo pubblico importantissimo che dà lustro al nostro Paese ma dà soprattutto uno strumento così importante che si chiama un ‘soft power’, una capacità di diplomazia politico culturale che è merce preziosissima e la cui importanza ci piace sottolineare proprio in un momento in cui il mondo e l’Europa sono insanguinati invece dalla logica terribile della guerra di aggressione scatenata dalla Russia”.

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