Giovani e Scuola

GLI STUDENTI APPREZZANO LA RIDUZIONE DELLE PROVE PER LA MATURITÀ

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La riduzione delle prove scritte per la maturità 2019, da tre a due, è tra le novità dell’esame che è piaciuta di più agli studenti. Oltre 2 maturandi su 3 hanno apprezzato tale scelta, soprattutto perché’ con la nuova articolazione degli scritti potranno dedicare più ore della loro preparazione alla seconda prova, quella d’indirizzo.

Solo il 14% avrebbe invece preferito cimentarsi con il terzo scritto, immaginando che gli avrebbe alzato il punteggio. È quanto hanno dichiarato 1.000 maturandi, intervistati da Skuola.net, dopo l’emanazione della circolare del Miur sulle nuove linee programmatiche per l’esame di maturità del prossimo anno.

Complessivamente pollice in su per il 34% degli intervistati, secondo i quali con queste novità la maturità è meglio della precedente. L’11%, al contrario, dice che è peggio. Per il 22% sono ugualmente difficili. Gli interventi più consistenti riguardano la prima prova: non più quattro tipologie di svolgimento ma solo tre, cancellato il tema storico, riformato il saggio breve, raddoppiate le tracce d’attualità e l’analisi del testo. In particolare, ai maturandi piace la doppia chance per il tema di ordine generale (quello comunemente chiamato d’attualità): un’ottima boa a cui aggrapparsi nel caso in cui le tracce più specifiche inneschino il ’blocco dello scrittore’. La pensa così il 61% di loro. Mentre il 23% avrebbe volentieri barattato le due tracce d’attualità con il mantenimento delle quattro tracce di saggio breve. Che invece si riducono a tre (con alcuni cambiamenti nella struttura).

Il 68% dei ragazzi ha votato a favore della vecchia tipologia B, con i quattro ambiti diversi. Sull’altro raddoppio, quello dell’analisi del testo, il 72% applaude la scelta, basta però che non siano degli ’sconosciuti’: 6 su 10 tra i favorevoli mettono proprio questa nota a margine. Un giudizio, infine, sull’addio al tema storico: ogni anno è la tipologia meno scelta, eppure il 37% degli intervistati l’avrebbe voluta anche alla maturità 2019. In ogni caso, i più non si strapperanno i capelli: il 44% non l’avrebbe svolta a prescindere, troppo difficile.

Un giudizio positivo dagli studenti è arrivato anche per quanto riguarda l’Alternanza non più obbligatorio per l’accesso all’esame, così come la prova Invalsi.

In base a quanto dicono i ragazzi, sull’Alternanza il Miur ha fatto bene: il 47% tira un sospiro di sollievo, perché’ il suo è stato un tirocinio deludente. Ma il 38% storce la bocca: si era impegnato così tanto che ora pensa di aver perso il suo tempo.

Nella nuova maturità, rimane confermato l’impianto stabilito dal decreto 62/2017 – costola della “Buona Scuola” – con il sistema dei punteggi che dà maggior peso al rendimento scolastico e la riduzione delle prove scritte. Ma nella circolare ministeriale c’è anche la conferma del nuovo sistema dei punteggi: 20 crediti per ogni prova dell’esame (due scritti più il colloquio orale) e ben 40 punti attribuiti al curriculum scolastico dello studente, basato sui voti dell’ultimo triennio delle superiori.

Un fatto che non preoccupa più di tanto i maturandi: il 46% dice che si presenterà con una media voti di tutto rispetto. Ma una buona fetta (40%) è già in allarme: visto il rendimento altalenante, avrebbe voluto giocarsi più punti nelle prove di giugno. Per il 14%, invece, la cosa è indifferente.

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