Religioni

CARD. BALDISSERI: “CON FRANCESCO ACCANTO AI GIOVANI ANCHE OLTRE I CONFINI DELLA CHIESA”

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“Avendo trattato della famiglia per tre anni come tema sinodale è quasi venuto naturale pensare ai giovani. Tutte le consultazioni che abbiamo effettuato hanno indicato questo come tema da affrontare”.

È quanto ha dichiarato il Cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, alla rivista “Don Orione Oggi” di ottobre 2018, presentando il Sinodo dedicato all’universo giovanile che ha preso il via ieri.

“Papa Francesco – ha aggiunto Baldisseri – che riteneva questo tema molto importante, dopo aver consultato anche i Cardinali in Concistoro, ci ha invitato ad avviare i lavori. Abbiamo perciò lanciato il tema e il documento preparatorio destinato alle Conferenze Episcopali di tutto il mondo, ma ci siamo anche dati conto che per poter attingere veramente alla base era necessario utilizzare i mezzi propri dei giovani. Per questo abbiamo aperto un sito nel quale abbiamo pubblicato un questionario proprio adatto a loro. Volevamo avere da loro più informazioni possibili, ma anche dei suggerimenti. Le risposte volevamo ci aiutassero a formulare l’instrumentum laboris e poi il dibattito che ci sarà durante l’assemblea. Il tutto proviene da idea ben precisa, cioè che la sinodalità si esprime attraverso il contatto, la partecipazione del popolo di Dio”.

“Il Papa – aggiunge – ha anche voluto che il tema dei giovani andasse al di là dei confini della Chiesa, ci diceva di attirare l’attenzione di tutti i giovani della Terra. Per questo poi abbiamo pensato anche all’incontro pre-sinodale in cui per la prima volta in assoluto sono stati resi protagonisti i giovani stessi, fra i quali abbiamo cercato quelli di altre religioni, e anche quelli che non hanno alcuna religione. Li abbiamo ascoltati e abbiamo lasciato che fossero loro a produrre un documento che abbiamo poi inserito sul sito e lasciato a disposizione di tutti. Oltre ai presenti, erano anche collegati virtualmente anche altre 15.000 persone da tutto il mondo. Un risultato importantissimo”.

“La Chiesa – evidenzia il porporato – vuole ascoltare i giovani. Il Papa è maestro in questo. Ha uno stile pastorale immediato che impressiona. Ecco perché ha successo, perché va al cuore di tutti e dei giovani in particolare. Anche in questo caso ha centrato la questione sull’ascolto. A volte con i giovani è difficile parlare perché il loro mondo corre veloce e si fa fatica a stare loro dietro, addirittura molti adulti sono reticenti nel confrontarsi con loro. E il giovane accusa il sentirsi solo, il sentirsi fragile. Ha bisogno di aiuto. Le persone adulte si aggrappano al passato come una cittadella da difendere, ma questo non funziona. Il lavoro nostro come Chiesa è studiare il fenomeno, ma allo stesso tempo avere le persone giuste per creare una relazione intergenerazionale che oggi è di capitale importanza.

“Noi – sottolinea il cardinale – eravamo abituati a custodire il nostro piccolo giardino e a coltivarlo, a far di tutto perché questo crescesse togliendogli intorno lo spazio, mettendo muri… non serve più. Pertanto, dobbiamo come Chiesa uscire e andare da loro. “Uscire di sacrestia”, come diceva anche Don Orione, che come tutti i Santi aveva una capacità profetica di guardare al futuro. Se non viene dato spazio, i giovani lo cercano altrove, ma è rischioso perché se non sono accompagnati si trovano vittime di un insieme di situazioni terribili per cui dopo è difficile intervenire e correre ai ripari. Dobbiamo allora essere noi ad andare incontro a loro, sicuri però di quello che proponiamo, cioè il Vangelo e Gesù. Dobbiamo motivare i giovani presentando loro non una dottrina, ma delle persone. Poi ovviamente dobbiamo riflettere, abbiamo bisogno della fede e della verità e il discorso diviene quindi di carattere intellettuale, però si deve partire dalle persone, dalla testimonianza, non dalla cattedra. I giovani seguono l’esempio, sono attratti dalla testimonianza e dai leader, li rendono idoli: calciatori, musicisti, ecc… Noi forse abbiamo intellettualizzato troppo la nostra fede, e dobbiamo cercare di recuperare.

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