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STEPCHILD ADOPTION, FIGLI E FIGLIASTRI: LE FAMIGLIE AFFIDATARIE SONO FUORI MODA?

Stepchild Adoption


La sentenza emessa nei giorni scorsi di stepchild adoption dalla Dott.ssa Carmela Cavallo, ex Presidente del Tribunale per i Minorenni di Roma, ha sicuramente smosso l’opinione pubblica e suscitato sentimenti controversi nelle persone.

La lettera che segue è il pensiero di un genitore di una famiglia affidataria sostenuta da Medicina Solidale:

Non posso entrare in merito alla sentenza perché non ho competenza giuridica, ma come genitore adottivo e affidatario desidero offrire alcuni spunti di riflessione sulla parzialità o meglio faziosità della visione che sostiene la sentenza.

Chi come me ha fatto il percorso dell’adozione e dell’affido sa quanto siano in salita queste strade, che si snodano nel pregiudizio sottile che accompagna chi adotta o prende un bambino in affido. Il pregiudizio che è esattamente questo: sta togliendo un figlio a una madre.

E quante lenti di ingrandimento, non sempre perfettamente pulite, stanno li ad analizzare le motivazioni, le capacità genitoriali, le possibilità economiche, la grandezza della casa, il consenso degli altri familiari.

Per non parlare dello sguardo che diventa assai poco benevolo, se nelle motivazioni di chi adotta o si rende disponibile all’affido, traspare un minimo riferimento ai valori della fede cristiana, quasi che i cristiani siano genitori figli di un Dio minore.

Quanti i genitori affidatari che per anni hanno svolto il ruolo di genitori”sociali” del minore a loro affidato provvedendo alla sua educazione, al suo mantenimento e all’istruzione, e allo scadere dell’affido vedono recidere ogni rapporto con il bambino alla faccia del “diritto alla continuità affettiva”, al radicamento nella famiglia che lo ha accolto, alla faccia cioè di quelle stesse motivazioni che le sentenze di step child adoption citano come fondanti i provvedimenti presi nell’interesse superiore del minore.

Così mentre nel caso dei genitori affidatari, è il diritto della genitorialità naturale a prevalere su quello della genitorialità effettivamente esercitata,  per cui il bambino come mero oggetto viene restituito frequentemente a genitori abbandonici borderline, nelle step child adoption accade il contrario e si riconosce ai bambini quello che viene negato ad altri:  il rispetto dei loro affetti, la continuità educativa, il valore del loro mondo emotivo e relazionale.

Mi chiedo dunque perchè la passione e la vivacità del dibattito politico e legislativo suscitato dalla step child adoption non sia stato suscitato dal dibattito sull’introduzione dell’affido forte o adozione mite per tutelare tutti quei bambini che hanno il medesimo diritto a non veder sradicate le loro piccole vite dal tessuto che ha permesso loro di germogliare e crescere.

Mi chiedo se queste sentenze non nascondano in realtà un interesse di parte, sentenze pronunciate con così grande disinvoltura in assenza di una legge specifica, alle soglie di un pensionamento anticipando le scelte del  legislatore. Un’anticipazione, una scorciatoia, una fuga, la ricerca di consenso?

Se è vero che il desiderio delle persone omosessuali alla genitorialità va rispettato altrettanto vero è che il diritto dei bambini ad avere una famiglia va sostenuto e difeso. Il diritto dei bambini ad avere una famiglia prima del diritto di una famiglia ad avere un bambino.

La nuova normativa sull’adozione apre uno spiraglio ai genitori affidatari per l’adozione dei bambini a loro affidati. Uno spiraglio. Dopo anni di strappi laceranti. La legge prevede che “il bambino possa fare una breve vacanza” con chi lo ha cresciuto facendo da padre e da madre. Che generosità!

Il Giudice non deve fare differenza di razza, religione e sesso, appartenenza politica o estrazione sociale. Vero. Ma se la legge è uguale per tutti lo è particolarmente per difendere il diritto dei più deboli.

In questo caso dei bambini. Bambini che non vanno usati come vessillo di battaglie ideologiche e più  facilmente spendibili mediaticamente.

Bisogna sapersi fare da parte alla fine del nostro mandato. Farsi da parte e lasciare che siano altri a fare strade migliori e più spaziose su cui tutti i bambini possono camminare per vedere rispettati i loro diritti. Tutti i bambini. Non solo quelli dell’arcobaleno.

Giovanni Rossi

Famiglia affidataria sostenuta da Medicina Solidale

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