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PERIFERIE; US ACLI: “SEMPRE PIÙ ROMANI FANNO SPORT IN PARROCCHIA. IL 65% DELLE DONNE SVOLGE ATTIVITÀ FISICA, MASCHI AL 59%”

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Il 65% delle donne romane pratica attività sportiva sia nei centri specializzati, ma anche – ed è questa la novità –  il 20% la pratica nei centri sportivi parrocchiali.

Sono questi alcuni dei dati emersi dal dossier realizzato dall’Unione Sportiva delle ACLI di Roma su un campione di 23 mila romani intercettati dall’associazione presentati in occasione del lancio del torneo interparrocchiale di calcio a 5 “San Giovanni Paolo II” che si è tenuta questa mattina presso il teatro della parrocchia Santa Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monaca alla presenza di S.E. Mons. Giuseppe Marciante, vescovo ausiliare per il settore Roma Est, Riccardo Viola, presidente del CONI Lazio, Cristian Carrara, presidente della commissione cultura, spettacolo, sport e turismo della Regione Lazio, e Paolo Masini, Assessore a Scuola, Sport, Politiche Giovanili e Partecipazione di Roma Capitale. Il torneo è promosso dall’Unione Sportiva delle ACLI di Roma in collaborazione con le Acli di Roma e il Servizio Diocesano per la Pastorale Giovanile del Vicariato, sotto l’alto patrocinio della Regione Lazio, di Roma Capitale e del Comitato Regionale Coni Lazio.

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L’edizione 2015 del torneo “San Giovanni Paolo II” vedrà la partecipazione di 37 squadre composte da ragazzi di età minima 17 anni provenienti dalle periferie romane come Tor Bella Monaca, Magliana, Tor Vergata e Labaro. Per la prima volta parteciperà il Centro SPRAR San Michele, struttura che eroga servizi di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati politici, con una squadra composta da ragazzi cattolici e musulmani e anche la formazione composta dagli operatori e dai disabili ospiti della casa famiglia “La Gabbianella”.

Sei le parrocchie che prenderanno parte per la prima volta al torneo: San Giuda Taddeo, Nostra Signora di Valme, San Giuseppe Moscati, San Leonardo Murialdo, Chiesa Avventista, Assunzione Beata Vergine Maria a Fregene. Tre, invece, ritornano a partecipare dopo 3 anni di assenza: San Melchiade, San Luigi Gonzaga e Santa Edith Stein. Come ormai tradizione sulle magliette di gioco saranno esposte delle citazioni riprese dal Vangelo o delle frasi celebri di un Santo, scelte direttamente da ciascuna parrocchia.

Lo scorso anno ad aggiudicarsi la coppa, replica della Champions League, è stata per il terzo anno consecutivo la parrocchia di Santa Maria delle Grazie alle Fornaci che ha battuto in finale i ragazzi del San Vigilio presso il centro sportivo Empire in via degli Aldobrandeschi 115.

Ancora dal dossier US ACLI Roma emerge che il 52,15% delle romane che praticano sport sono di età compresa tra i 15 e i 65 anni, mentre il 47,85 % è sotto i 15 anni. Rispetto allo scorso anno si è registrato un incremento del 9,5% di donne che hanno scelto di fare attività sportiva.

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Tra le discipline più gettonate ci sono la pallavolo, il nuoto, la ginnastica e la danza. La frequenza media settimanale è di due giorni con la preferenza per la mattina per gli over 60, mentre le altre preferiscono gli orari pomeridiani. Il martedì e il giovedì i giorni più gettonati.
Rispetto alle donne risulta più bassa la percentuale degli uomini romani che praticano lo sport (59%), di questi il 20% lo pratica nei centri sportivi parrocchiali. Il 64,32% degli uomini romani che praticano sport sono di età compresa tra i 15 e i 65 anni, mentre il 35.68 % è sotto i 15 anni.

Tra le discipline più gettonate ci sono calcionuoto e il calcio a 5. La frequenza media settimanale è di 3 giorni con la preferenza per la mattina per gli over 60, mentre gli altri preferiscono gli orari serali. Il lunedì e mercoledì i giorni più gettonati.

“Siamo contenti – dichiara Luca Serangeli, presidente dell’US ACLI Roma – di constatare che sempre più donne si avvicinano al mondo dello sport. In particolare le parrocchie si stanno dimostrando nuovamente un centro nevralgico della vita quotidiana delle persone e un punto di raccolta e di ritrovo. Ci auguriamo nei prossimi anni di riuscire ad organizzare nuovi tornei dedicati alle donne che possono comprendere anche diverse discipline. Al momento ci godiamo i risultati di questo torneo che dimostra come attraverso lo sport si possano abbattere le barriere e ottenere un riscatto sociale, in piena filosofia US ACLI”.

“Anche quest’anno come ACLI di Roma siamo felici di collaborare alla realizzazione di questo importante torneo – afferma Lidia Borzì, Presidente ACLI di Roma – capace di trasmettere valori universali come l’inclusione, la condivisione, e anche lo spirito di servizio che fondano anche l’impegno delle ACLI nel territorio. Come valore aggiunto a questa iniziativa, abbiamo scelto la Parrocchia Santa Maria Madre del Redentore di Tor Bella Monaca anche come sede sperimentale per il percorso di educazione al lavoro “Job to go, il lavoro svolta!”. Attraverso lo sport e il lavoro, US ACLI e ACLI di Roma vogliono lanciare un messaggio di speranza per i giovani che parte proprio dalle periferie.”

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Ance secondo Mons. Marciante è significativo il fatto che si è scelto di presentare il torneo nelle periferie, perché “la periferia significa ricchezza e risorse”. Ha aggiunto inoltre che un ruolo importante è quello “delle parrocchie, che devono utilizzare lo sport come mezzo di inclusione sociale”.

“Sono felice – ha detto l’assessore Masini – che si torni a centrare l’attenzione sulle parrocchie, un fenomeno che ha già aiutato molto nella ricostruzione dell’Italia nel dopoguerra è che ora credo vada ripreso in maniera importante. Sono un luogo simbolo dove la parte migliore di un quartiere si riunisce e si ritrova”.

Secondo Cristian Carrara il torneo San Giovanni Paolo II è un’iniziativa con un “carattere speciale, che promuove lo sport come mezzo per uscire dalle proprie mura e andare incontro al prossimo, e non soltanto per sentirsi in forma e più belli”.

Riccardo Viola ha anche aggiunto che “il Coni ha intenzione di firmare un protocollo con il Vicariato che riguarderà la promozione dello sport a Roma” e che iniziative come questa promossa dall’US Acli ricordano “al Paese che non deve rimanere legato esclusivamente a interessi commerciali”.

 

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