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PAPA, IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI E IL DONO DELLA VITA

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Il martirio di Giovanni – “l’uomo più grande nato da donna” secondo Gesù – testimonia che la vita ha valore quando donata agli altri. È quanto ha detto questa mattina Papa Francesco nell’omelia della Messa a Casa Santa Marta. Fonte d’ispirazione, il brano del Vangelo di Marco dedicato al martirio di San Giovanni Battista. A riportarlo è Vatican News.

Durante l’omelia, il Pontefice ha invitato i presenti a guardare “aprendo il cuore”. Francesco ha citato i tre personaggi della vicenda: Erode, re “corrotto e indeciso”; Erodìade, che “sapeva solo odiare”; Salomè, “la ballerina vanitosa”; e “il profeta decapitato solo in cella”.

“Il più grande finì così – ha commentato il Pontefice – Ma Giovanni sapeva questo, sapeva che doveva annientarsi”, che doveva diminuire, mentre Gesù doveva crescere. Il Battista è stato, il precursore di Gesù, e la sua luce si è “spenta poco a poco, fino all’oscuro di quella cella, nel carcere, dove, solo, è stato decapitato”.

 “La vita dei martiri non è facile da raccontare – ha continuato il Papa – Il martirio è un servizio, è un mistero, è un dono della vita molto speciale e molto grande”.

Durante la sua riflessione, Papa Francesco si è soffermato sui tre protagonisti del suo martirio, partendo da Erode che nonostante avesse riconosciuto Giovanni come profeta era troppo corrotto per riuscire a cambiare vita. Il Pontefice ha poi commentato la figura di Erodìade, moglie del fratello di Erode, da lui ucciso per entrarne in possesso. Nel Vangelo, la donna viene definita dal semplice odio che nutriva per Giovanni. “Sappiamo che l’odio è capace di tutto – ha commentato Francesco – è una forza grande. L’odio è il respiro di satana. Pensiamo che lui non sa amare, non può amare. Il suo ‘amore’ è l’odio. E questa donna aveva lo spirito satanico dell’odio”. In ultimo, Papa Francesco ha commentato il terzo personaggio, la figlia di Erodìade, Salomè, una brava ballerina a cui Erode promise di dare tutto. “Usa le stesse parole – ha sottolineato il Pontefice – che ha usato satana per tentare Gesù. ‘Se tu mi adori ti darò tutto, tutto il regno’”.

“Dietro questi personaggi c’è satana, – ha aggiunto il Pontefice seminatore di odio nella donna, seminatore di vanità nella ragazza, seminatore di corruzione nel re”. Fu così che Giovanni morì in cella, nell’anonimato, “come tanti martiri nostri”. In seguito, i discepoli andarono a recuperarne il corpo per dargli sepoltura.

“La vita ha valore solo nel donarla – ha concluso il Papa – nel donarla nell’amore, nella verità, nel donarla agli altri, nella vita quotidiana, nella famiglia. Sempre donarla. Se qualcuno prende la vita per sé, per custodirla, come il re nella sua corruzione o la signora con l’odio, o la fanciulla, la ragazza, con la propria vanità – un po’ adolescente, incosciente – la vita muore, la vita finisce appassita, non serve.”

 

(Foto: Vatican News)

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