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PAPA FRANCESCO: “SULLA STRADA DEL SIGNORE SONO TUTTI AMMESSI”

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Sulla strada del Signore sono ammessi tutti: nessuno deve sentirsi un intruso, un abusivo o un non avente diritto”: lo ha detto Papa Francesco all’Angelus. Bergoglio ha ricordato il Vangelo di Marco di oggi che presenta due prodigi operati da Gesù, “descrivendoli quasi come una sorta di marcia trionfale verso la vita”.

Il Vangelo infatti narra l’episodio di Giairo, “uno dei capi della sinagoga, che viene da Gesù e lo supplica di andare a casa sua perché la figlia di dodici anni sta morendo. Gesù accetta e va con lui; ma, lungo la strada, giunge la notizia che la ragazza è morta. Possiamo immaginare la reazione di quel papà. Gesù però gli dice: ’Non temere, soltanto abbi fede!’” . E “arrivati a casa di Giairo, Gesù fa uscire la gente, entra nella stanza solo coi genitori e tre discepoli, e rivolgendosi alla defunta dice: ’Fanciulla, io ti dico: alzati!’. Subito la ragazza si alza, come svegliandosi da un sonno profondo”. Ma “dentro il racconto di questo miracolo, Marco ne inserisce un altro: la guarigione di una donna che soffriva di emorragie e viene sanata appena tocca il mantello di Gesù”.

“Qui – ha proseguito Bergoglio – colpisce il fatto che la fede di questa donna attira la potenza salvifica divina che c’è in Cristo, il quale, sentendo che una forza ’era uscita da lui’, cerca di capire chi sia stato. E quando la donna si fa avanti e confessa tutto, Lui le dice: ’Figlia, la tua fede ti ha salvata’”.

“Si tratta – ha spiegato il Papa – di due racconti ad incastro, con un unico centro: la fede; e mostrano Gesù come sorgente di vita, come Colui che ridona la vita a chi si fida pienamente di Lui. I due protagonisti, cioè il padre della fanciulla e la donna malata, non sono discepoli di Gesù eppure vengono esauditi per la loro fede”. E – ha sottolineato Papa Francesco – “da questo comprendiamo che sulla strada del Signore sono ammessi tutti: nessuno deve sentirsi un intruso, un abusivo o un non avente diritto. Per avere accesso al suo cuore c’è un solo requisito: sentirsi bisognosi di guarigione e affidarsi a Lui. Gesù va a scoprire queste persone tra la folla e le toglie dall’anonimato, le libera dalla paura di vivere e di osare. Lo fa con uno sguardo e con una parola che li rimette in cammino dopo tante sofferenze e umiliazioni”.

Così “anche noi siamo chiamati a imparare e a imitare queste parole che liberano e questi sguardi che restituiscono, a chi ne è privo, la voglia di vivere. In questa pagina evangelica si intrecciano i temi della fede e della vita nuova che Gesù è venuto ad offrire a tutti. Entrato nella casa dove giace morta la fanciulla, Egli caccia fuori quelli che si agitano e fanno lamento (cfr v. 40) e dice: ’La bambina non è morta, ma dorme’. Gesù è il Signore, e davanti a Lui la morte fisica è come un sonno: non c’è motivo di disperarsi”. Ché “un’altra è la morte di cui avere paura: quella del cuore indurito dal male! Ma anche il peccato, per Gesù, non è mai l’ultima parola, perché Lui ci ha portato l’infinita misericordia del Padre. E anche se siamo caduti in basso, la sua voce tenera e forte ci raggiunge: ’Io ti dico: alzati!’”.

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