Fatti di Roma

“NON SONO UN BERSAGLIO”, LA BATTAGLIA DI CRI CONTRO LE AGGRESSIONI AGLI OPERATORI SANITARI

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Tremila aggressioni all’anno, fisiche e verbali, quasi 8 al giorno ai danni del personale di emergenza urgenza, pubblico e privato, in Italia. Con un trend in crescita. Quasi uno scenario di guerra, anche se sono solo 1.200 le denunce.

È la fotografia tracciata dalla Croce rossa italiana – in collaborazione con gli altri operatori del settore – che ha presentato, a Roma, i dati nel corso del convegno “Non sono un bersaglio: il personale sanitario a rischio prospettive nazionali e internazionali”, in un incontro allargato alle istituzioni, nato per rilanciare la campagna di tutela degli operatori, mutuata dalla campagna internazionale contro la violenza ai soccorritori nei luoghi di guerra.

“Il numero delle aggressioni fisiche e verbali agli operatori del soccorso sanitario è intollerabile. Non siamo come in guerra perché l’uso delle armi da fuoco è eccezionale, ma gli episodi sono davvero tanti” ha spiegato il presidente della Croce rossa italiana, Francesco Rocca.

Il dato indica, continua Rocca, “una crescente intolleranza e una mancanza di rispetto per chi, quotidianamente, si mette al servizio del prossimo e cerca di prendersene cura. E’ urgente tutelare gli operatori e le strutture”. Tra gli episodi più drammatici ricordati da Rocca, il sequestro di un operatore avvenuto in Campania o le minacce di morte, “situazioni in cui gli operatori invece di lavorare tranquillamente devono farlo sentendo addosso una pressione psicologica e una tensione intollerabile”.

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