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L’INVITO DEL PAPA E’ DI SEGUIRE L’ESEMPIO DI FRANCESCO E IL SUO AMORE PER IL CREATO

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“Oggi celebriamo la festa di San Francesco d’Assisi. Il suo esempio di vita rafforzi in ciascuno di voi, cari giovani, l’attenzione verso il creato“. Lo ha detto Papa Francesco all’Udienza Generale di oggi. San Francesco, ha pregato ad alta voce il Papa che ha scelto di protarne il nome, “sostenga voi, cari ammalati, alleviando la vostra fatica quotidiana; e sia di aiuto a voi, cari sposi novelli, nel costruire la vostra famiglia sull’amore caritativo”.

“In questa catechesi voglio parlare sul tema ’Missionari di speranza oggi’. Sono contento di farlo all’inizio del mese di ottobre, che nella Chiesa e’ dedicato in modo particolare alla missione, e anche nella festa di San Francesco d’Assisi, che e’ stato un grande missionario di speranza!”, così ha esordito il Papa all’inizio dell’incontro e “in effetti – ha continuato Bergoglio – il cristiano non e’ un profeta di sventura. L’essenza del suo annuncio e’ l’opposto: è Gesù, morto per amore e che Dio ha risuscitato al mattino di Pasqua. Questo e’ il nucleo della fede cristiana. Se i Vangeli si fermassero alla sepoltura di Gesu’, la storia di questo profeta andrebbe ad aggiungersi alle tante biografie di personaggi eroici che hanno speso la vita per un ideale”.

“Il Vangelo sarebbe allora un libro edificante e consolatorio, ma non sarebbe un annuncio di speranza, – ha osservato il Pontefice ricordando che – i Vangeli non si chiudono col venerdi’ santo, vanno oltre; ed e’ proprio questo frammento ulteriore a trasformare le nostre vite. I discepoli di Gesu’ erano abbattuti in quel sabato dopo la sua crocifissione; quella pietra rotolata sulla porta del sepolcro aveva chiuso anche i tre anni entusiasmanti vissuti da loro col Maestro di Nazareth. Sembrava che tutto fosse finito, e alcuni, delusi e impauriti, stavano gia’ lasciando Gerusalemme”.

“Ma Gesu’ – ha ricordato il Papa – risorge! Questo fatto inaspettato rovescia e sovverte la mente e il cuore dei discepoli. Perche’ Gesu’ non risorge solo per se’ stesso, come se la sua rinascita fosse una prerogativa di cui essere geloso: se ascende verso il Padre e’ perche’ vuole che la sua risurrezione sia partecipata ad ogni essere umano, e trascini in alto ogni creatura. E nel giorno di Pentecoste i discepoli sono trasformati dal soffio dello Spirito Santo. Non avranno solamente una bella notizia da portare a tutti, ma saranno loro stessi diversi da prima, come rinati a vita nuova”.

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