Fatti di Roma

LA MOSTRA SU WINCKELMANN E’ AI MUSEI CAPITOLINI

Johann_Joachim_Winckelmann_(Raphael_Mengs_after_1755)


Il Tesoro di Antichità. Winckelmann e il Museo Capitolino nella Roma del Settecento’ è la mostra allestita per celebrare gli anniversari della nascita e della morte del fondatore dell’archeologia moderna, Johann Joachim Winckelmann (1717-1768). L’esposizione, ai Musei Capitolini fino al 22 aprile 2018, celebra gli importanti anniversari winckelmanniani del 2017, 300 anni dalla nascita, e del 2018, 250 anni dalla morte, e si inserisce nel contesto delle manifestazioni europee coordinate dalla Winckelmann Gesellschaft di Stendal (città natale di Winckelmann), dall’Istituto Archeologico Germanico di Roma e dai Musei Vaticani. Arricchita da una selezione di 124 opere, il Tesoro di Antichità si sviluppa in tre sedi diverse nell’ottica di una “mostra diffusa”: le Sale Espositive di Palazzo Caffarelli, le Stanze Terrene di Sinistra del Palazzo Nuovo e le Sale del Palazzo Nuovo. Le Sale Caffarelli, sede centrale dell’evento, ospitano documenti originali, volumi, disegni, incisioni, dipinti, sculture antiche e moderne, in grado di narrare i primi anni di vita del Museo Capitolino.

Sculture antiche delle Staatliche Kunstsammlungen di Dresda, un tempo esposte nel Palazzo Albani alle Quattro Fontane, tornano a Roma per ricongiungersi, dopo quasi trecento anni, con le opere della stessa collezione confluite nel Museo Capitolino. Vedute e preziosi disegni a sanguigna realizzati dall’artista francese Hubert Robert (1733-1808) e oggi divisi tra i musei di Valence e Valenciennes e il Getty Museum di Los Angeles, documentano la piazza del Campidoglio e i palazzi capitolini nella seconda metà del Settecento. Ritratti di Pompeo Batoni (1708-1787) dal Museo del Prado e dalla Galleria Nazionale di Arte Antica di Palazzo Barberini danno un volto ai papi e alle personalità che hanno contributo all’affermazione del Museo Capitolino come centro di elaborazione culturale della Roma del tempo.

Quindi alcuni aspetti della vita dell’archeologo a Roma, i luoghi in cui ha abitato, le ville, i palazzi e le biblioteche che frequenta, i personaggi del suo entourage; uno “spazio immersivo”, in cui sono impiegate tecnologie di realtà virtuale. Nelle stanze terrene di sinistra del Palazzo Nuovo, reintegrate nel percorso del Museo e riaperte al pubblico per la prima volta dopo alcuni anni, sono ricreati allestimenti espositivi ormai perduti: sculture oggi conservate nei depositi dei Musei Capitolini e della Centrale Montemartini, consentono una immersione nella realtà settecentesca del Museo. Un tripode in marmo da Villa d’Este, un tempo importante elemento dell’arredo dell’atrio del Palazzo Nuovo e dal 1797 al Louvre, ritorna ai Musei Capitolini per essere esposto nel Salone.

Nelle sale che ospitano da quasi trecento anni la collezione permanente del Palazzo Nuovo, infine, è stato predisposto un percorso di visita speciale dedicato al grande studioso tedesco: trenta sculture sono lette attraverso gli occhi di Winckelmann.Negli anni in cui l’archeologo rivoluziona il modo di studiare le testimonianze del mondo antico dando inizio alla moderna archeologia, il modello di museo pubblico rappresentato dal Museo Capitolino si diffonde in tutta Europa e segna la nascita di modalità del tutto nuove di fruizione dei beni artistici: un Tesoro di Antichità non più concepito come proprietà esclusiva di pochi, ma come luogo destinato all’avanzamento culturale della società.

Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e a cura di Eloisa Dodero e Claudio Parisi Presicce, con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura, la mostra vuole offrire ai visitatori il racconto degli anni cruciali che hanno portato, nel dicembre del 1733, all’istituzione del Museo Capitolino, il primo museo pubblico d’Europa, destinato non solo alla conservazione ma anche alla promozione della magnificenza e dello splendore di Roma, e quindi presentare le sculture capitoline sotto una luce diversa, ovvero attraverso le intuizioni del grande Winckelmann, che diceva di Roma e del Campidoglio: “Vivo come un artista e come tale sono accolto nei luoghi dove ai giovani è permesso di studiare, come nel Campidoglio. Qui è il Tesoro delle antichità di Roma e qui ci si può trattenere in tutta libertà dalla mattina alla sera”.

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