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IL 12 GIUGNO DALLA CISL LAZIO GLI STATI GENERALI PER LA SICUREZZA SUL LAVORO

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L’escalation di incidenti e infortuni mortali sui luoghi di lavoro è drammatica e sempre più intollerabile. Nella nostra regione, dall’inizio dell’anno, si contano già 27 vittime. Come contrastare, arginare, fermare questo fenomeno sarà il tema al centro dell’iniziativa organizzata dalla Cisl del Lazio ‘Sicurezza: istruzioni per l’uso’ in programma il prossimo 12 giugno a Roma presso l’Auditorium di via Rieti 13, alle ore 9.30. Dopo la relazione introduttiva di Paolo Terrinoni, segretario generale della Cisl del Lazio, sono previsti gli interventi di Angelo Colombini, segretario confederale Cisl Nazionale, Rosita Pelecca, segretaria Cisl Lazio. In una tavola rotonda moderata dalla giornalista de La Repubblica Giovanna Vitale, si confronteranno Claudio Di Berardino, assessore Lavoro della Regione Lazio, Maria De Giusti (Università La Sapienza), Paolo Fioretti (Inail), Angelo Delogu, (Università Urbino), Daniele Gamberale (Dipartimento di prevenzione ASL Roma 1)”.
“Siamo a metà anno e purtroppo non si è ancora mosso nulla per fermare il drammatico conto delle morti sul lavoro e degli infortuni – denuncia Paolo Terrinoni segretario generale Cisl Lazio – Come sindacato non faremo sconti a nessuno finché non avremo più sicurezza e rispetto per la vita in tutti i luoghi di lavoro. Luoghi dove assistiamo, giorno dopo giorno, ad una lenta morte collettiva, silenziosa, incrementata dalla precarietà, dai mancati investimenti in sicurezza, dall’omissione di controlli. Ma un sistema economico non può procedere sacrificando i lavoratori in nome del profitto. Non possiamo accreditare un sistema dove grandi aziende prosperano sulla fatica di giovani precari, come i fattorini di Foodora e di altre aziende della gig economy, che sfrecciano in bici in grandi città come Roma e come le altre capitali europee, sottopagati e senza alcuna tutela. Spingere l’economia mentre le tutele vengono schiacciate al ribasso è assolutamente intollerabile”.

(Fotografia da www.avvenire.it).

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