Dal Campidoglio

COMUNALI, AL TGR CONFRONTO TRA 12 CANDIDATI. LA RAGGI UNICA ASSENTE

TgRLazio


Questo pomeriggio su Rai 3 è andata in onda la Tribuna elettorale del Tgr che ha visto alternarsi 12 candidati e un’unica grande assente, Virginia Raggi sulla cui sedia è rimasto simbolicamente appoggiato un microfono durante la trasmissione. Proprio l’assenza della grillina ha scatenato svariate polemiche e tanti attacchi, con Rienzi che l’attacca per “palese violazione della legge” poiché “non è qui non per motivi personali ma perché gli sono stati concessi dalla Rai 20 minuti di comizio da sola a Ballarò”; anche Giorgia Meloni, candidata di Fratelli d’Italia e Lega Nord, ha rincarato la dose sostenendo la tesi secondo la quale la Raggi “non partecipa a questi confronti perché evidentemente non è sicura delle sue posizioni. Se ha paura di confrontarsi con noi figuriamoci con il Governo nazionale”. Oltre a Rienzi e Meloni in studio erano presenti Roberto Giachetti per il centrosinistra, Stefano Fassina di Sinistra italiana, il civico Alfio Marchini, ed altri candidati meno noti come Mario Adinolfi, Alessandro Mustillo, Dario Di Francesco, Michel Emi Maritato, Alfredo Iorio, Simone Di Stefano e Fabrizio Verducchi.

Il format della trasmissione, per quest’occasione, prevedeva due domande uguali per tutti, la prima incentrata sul tema della mobilità a Roma e una con respiro verso il futuro, cioè quale sarà il loro primo provvedimento una volta sindaco.

Sulla prima tematica Marchini ha affermato che “entro l’estate, il piano per la riqualificazione delle strade facendo pagare alle aziende la manutenzione” e che sarà sua premura “alzare i tornelli della metro”. Fassina invece sostiene che “Roma non ha bisogno solo di cure ordinarie ma straordinarie. Noi abbiamo un piano strategico che consente di dimezzare il numero delle auto in cinque anni grazie a quattro passanti ferroviari, il completamento della linea C, i prolungamenti di metro A e B e tre nuovi tram, oltre a nuove preferenziali e ciclabili”; sempre della sua area, l’esponente del Pd Giachetti ha rilanciato il tavolo con il Governo sulle metropolitane, per prolungare la linea C fino al Foro italico con le fermate intermedie e per il prolungamento della B a Casal Monastero. Per la mobilità quotidiana – ha aggiunto – compreremo 150 nuovi autobus da subito e 70 ad idrogeno. Infine faremo le preferenziali contro il senso di marcia in modo che siano più rispettabili e nuove piste ciclabili” e la Meloni ha voluto dire la sua sulle “linee express e lotta all’evasione tariffaria con il bigliettaio a bordo degli autobus e varchi in entrata e uscita. Serve poi un piano di manutenzione straordinaria delle strade anche grazie alle risorse private”.

Sul secondo punto, è proprio Giachetti, candidato dello stesso partito del sindaco uscente, che parla di “immediata riorganizzazione della struttura amministrativa partendo dai Municipi. Poi c’è la nostra proposta per 06zerobuche e infine faremo una manutenzione che deve riguardare tutta la città”, mentre Marchini piuttosto che di problemi amministrativi, ha voluto puntare il dito sull’esigenza lavorativa a Roma soprattutto perché “bisogna reintegrare i precari e riorganizzare in 150 quartieri il territorio di Roma, ognuno con un responsabile unico. E poi prolungare l’utilizzo dei militari nei presidi fissi dopo la fine del Giubileo”. Fassina ha ribadito la volontà di “incontrare l’Ad di Cdp per rinegoziare il mutuo del debito di Roma ed ottenere 250 milioni l’anno per ridurre l’Irpef, dimezzare la tariffa sui rifiuti e rilanciare gli asili nido”. Il primo passo della Meloni, se dovesse diventare sindaco, si muoverà per “un nuovo rapporto con i dipendenti comunali, di pulizia della città dando un segnale immediato contro il degrado con tutti i mezzi Ama in strada. Infine- ha concluso- bisogna rilanciare la lotta alla corruzione, al non rispetto delle regole e all’abusivismo, da quello commerciale alle moschee abusive” mentre Mustillo inquadra la sua prima mossa da futuro sindaco nel rivedere il patto stabilità interno e il debito pubblico del Comune, che non può essere pagato dalla cittadinanza romana. Poi assumerei le 5.000 precarie delle scuole materne ed elementari di Roma”.

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