Fatti di Roma

CONTRO LA DISTRUZIONE DEI VILLINI STORICI CHIESTO AIUTO AL PAPA

COPPEDè


I comitati per la salvaguardia dei villini storici di Roma scrivono un accorato appello a Papa Francesco. E confidano nell’intervento di Bergoglio “sperando che possa essere più efficace delle nostre numerose proteste presso gli Enti amministrativi locali italiani che finora non hanno ancora preso i necessari provvedimenti di tutela”. La lettera è sottoscritta dai comitati ‘Salviamo Villa Paolina di Mallinckrodt’, ‘Piazza Caprera’, ‘Amo Quartiere Trieste’, ‘Amici di Porta Pia’, dall’Associazione Amici di Villa Lepoardi e dalla presidente del II Municipio, Francesca del Bello.

Tutte organizzazioni impegnate a contrastare l’abbattimento programmato di una ventina di villini storici e la costruzione, al loro posto, di edifici moderni con volumi molto più ampi. Questo grazie anche al Piano casa della Regione Lazio, messo a punto dalla Giunta Polverini nel 2009, modificato da Zingaretti e prorogato fino al 31 maggio scorso, che, in deroga alle leggi comunali, permette di aumentare fino al 35% (ma anche fino al 60% in caso di edifici degradati) la superficie esistente in caso di ristrutturazione o di sostituzione edilizia.

I comitati si rivolgono al Papa perché “dagli ultimi avvenimenti abbiamo notato che gli interventi di demolizione e ricostruzione, proposti da alcuni costruttori romani – scrivono nella lettera-appello – riguardano diversi edifici storici ceduti da enti ecclesiastici. Le citiamo come esempio fra i tanti: la demolizione già avvenuta di uno storico edificio ecclesiastico a Via Ticino, nel quartiere Coppedè, la prevista demolizione della storica villa Paolina di Mallinckrodt, casa generalizia fino al 2017”.

 I sottoscrittori della lettera vedono “un coinvolgimento della Cei che pensiamo non sia consapevole del grave danno che si sta procurando seguendo esclusivamente interessi di mercato e non considerando i più importanti valori culturali, storici ed etnoantropologici”. Secondo i comitati e le associazioni firmatarie della lettera, infatti, “gli storici edifici, già sedi di enti ecclesiastici al servizio della comunità”, devono mantenere “la loro struttura architettonica e una destinazione consona al significato e al valore rivestito da quegli edifici, nel corso degli anni, per il contesto cittadino”. Per questo fanno appello all’enciclica ‘Laudato sì’ di Bergoglio: “La preghiamo di intercedere per salvaguardare questi patrimoni culturali dando pubblico risalto al mantenimento di questi valori, ricordando quanto già da lei espresso con l’enciclica ‘Laudato sì’ del 24 maggio 2015: ‘E’ necessario curare gli spazi pubblici che accrescono il nostro senso di appartenenza’”.

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