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AL VIA LA MOBILITAZIONE DEI SINDACATI DELLE STRUTTURE SANITARIE ACCREDITATE

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“Trattative ferme da oltre un anno. E 25mila lavoratori messi in stan-by, presi in giro da Aris, Aiop e parti datoriali. Dopo 12 anni di attesa non si vedono ancora le risorse necessarie per il contratto. Ma soprattutto non si vedono il senso di responsabilità dell’imprenditoria sanitaria accreditata, che prospera con i soldi dei contribuenti, nè l’impegno della politica, per dare ai cittadini un sistema di salute all’altezza dei bisogni delle persone. La nostra non è una battaglia di categoria. E’ una battaglia per cambiare la sanità accreditata, per renderla veloce, trasparente, inclusiva. Capace di valorizzare le tantissime professionalità che lavorano quotidianamente per la salute dei pazienti, in grado di onorare la spesa pubblica che la finanzia, adeguata rispetto alle aspettative di chi è preso in carico nei reparti, negli ambulatori, nelle sale operatorie”. Così Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio in un post su Facebook.
“Salari, diritti, professionalità: senza un nuovo contratto i percorsi di cura e assistenza non migliorano. Anzi: con turnover azzerato, rilancio organizzativo bloccato e risorse spostate dagli investimenti ai profitti, la qualità del servizio è lasciata alla buona volontà degli operatori. Che, nonostante tutto, continuano a dare il massimo. Ma così non va. Ci piacerebbe – proseguono – offrire e lavorare in una sanità di eccellenza, come meritano tutti i cittadini del Lazio. Per questo chiediamo trasparenza, regole, investimenti e di essere messi in condizione di lavorare al meglio”. “Per servizi di qualità, serve un lavoro di qualità. Anche i cittadini che accedono ai servizi sanitari devono sapere chi siamo e perché ci mobilitiamo. Non chiediamo altro: migliorare le condizioni di lavoro non è più rinviabile. Il presidente Nicola Zingaretti e la Regione Lazio facciano la loro parte perché in Conferenza Stato Regioni si affronti il nodo delle risorse e si vada avanti con le trattative. E Aris, Aiop e le altre centrali datoriali provino a uscire dal modello parassitario che ostenta prestigio all’esterno, per nascondere la vergogna (e lo sfruttamento) all’interno. Dobbiamo entrare nel XXI secolo. Far contare le persone, far valere i diritti, puntare sull’innovazione e sulle migliori pratiche europee. Ecco la sanità privata che vogliamo: un lavoro e un servizio degno della Capitale e di tutto il Lazio”.
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