Sociale

14 SENZA FISSA DIMORA OSPITATI DURANTE IL PRIMO ANNO DEL PROGETTO “HOUSING FIRST”

A un anno dall’avvio operativo, Cisco e la Comunità di Sant’Egidio rendono noti i primi dati sul progetto “Housing First” attivato nella città di Roma, in collaborazione con fio.Psd, la federazione che ha portato in Italia l’Housing First nel 2014, ed è l’ unico ente italiano certificato dall’Hub Housing First Europe.

“Housing First” vuol dire “prima la casa”, quindi un approccio che partendo dall’offerta di un alloggio stabile alle persone senza dimora, affronta man mano le loro problematiche specifiche: mancanza di lavoro, dipendenze, problemi di salute, carenza di reti di relazione. Lo comunica in una nota la Comunità di Sant’Egidio.

“Con il sostegno di Cisco è stato possibile avviare per la prima volta nella città di Roma un progetto Housing First, grazie alla collaborazione tra la Comunità di Sant’Egidio e la fio.PSD. L’attività è realizzata operativamente dalla Comunità di Sant’Egidio, che dalla fine degli anni ’70 è vicina alle persone senza dimora, ed ha una durata quadriennale – spiega la nota -. Il progetto è rimasto pienamente nei tempi e obiettivi previsti ed è stata una risposta anche all’emergenza causata dalla pandemia; nei cinque appartamenti finora reperiti a Roma sono state ospitate 14 persone. A oggi, due persone hanno trovato lavoro dopo l’ingresso nella casa e un’altra ha già terminato il progetto e raggiunto la piena autonomia”.

“Nei progetti Housing First le persone senza dimora vengono inserite in alloggi, con configurazioni differenti – per famiglie, per singoli in piccole convivenze etc – fornendo loro l’assistenza materiale e un accompagnamento che con l’aiuto dei volontari della Comunità di Sant’Egidio punta a un supporto pratico – spiega la nota -. Tale supporto aiuta a recuperare le abilità necessarie nel contesto di un percorso che porta ad affrontare le difficoltà personali e a dare accesso a diritti e servizi, per raggiungere una condizione di progressiva autonomia. I cinque alloggi oggi accolgono una coppia, una famiglia di quattro persone, otto singoli che vivono in condivisione in tre degli appartamenti. Queste persone hanno storie differenti: alcune provengono da lunghi anni di marginalità, altri invece si sono trovati solo recentemente in difficoltà”.

“Dare alle persone gli strumenti per essere protagoniste della propria vita è fondamentale se vogliamo costruire un futuro inclusivo, che offra opportunità davvero a tutti”, spiega Agostino Santoni, amministratore delegato di Cisco Italia e vice presidente di cisco, Sud Europa. “Noi ci occupiamo di tecnologia, e la tecnologia è qualcosa che plasma per molti aspetti il mondo in cui viviamo e ha il potere di incidere su di esso in modo significativo. Per questo abbiamo deciso di dare non solo un sostegno economico ma anche di mettere a disposizione ciò che sappiamo fare, le nostre competenze, i nostri programmi di formazione”. “Il progetto Housing First rappresenta un modello riuscito di accoglienza, che in pochi mesi ha già assicurato una sistemazione stabile a persone fragili e in emergenza abitativa”, aggiunge il portavoce di Sant’Egidio Roberto Zuccolini. “I risultati di questo primo anno ci incoraggiano ad ampliare il progetto: la strada non è mai una condanna. Ma per aiutare le persone a cambiare vita è indispensabile un paziente accompagnamento da parte dei volontari”. “Siamo lieti di poter contribuire alla conoscenza e diffusione dell’Housing First anche nella bella collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio e il supporto strategico di Cisco”, conclude Cristina Avonto, presidente fio.Psd. 

Articoli correlati

Back to top button
Close