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TRIBUNALE PER I MINORENNI #ADOZIONI: UN BAMBINO E DUE PAPA’

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Lo stralcio della stepchild adoption dal ddl sulle unioni civili non ferma i giudici: per la terza volta il Tribunale per i Minorenni di Roma, con la ormai ex presidente Melita Cavallo, ratifica un’adozione a coppie omosessuali con l’art. 44 della legge 184 che disciplina le adozioni speciali.

Un bimbo di tre anni concepito in Canada tramite maternità surrogata, è stato adottato dal compagno del suo padre biologico: i due uomini regolarmente sposati in Canada convivono da 12 anni stabilmente e proprio in Canada avevano deciso di far nascere il loro bambino.

Le motivazioni in sentenza, peraltro ormai resa definitiva dalla scadenza dei termini d’appello, espresse dai magistrati minorili si sono fondate sulla constatazione di “ un ambiente di crescita adeguato e totalmente integrato nel nucleo familiare” e ancora che “non sono nè il numero né il genere dei genitori a garantire di per sè le condizioni di sviluppo migliore per i bambini, bensì la capacità di assumere questi ruoli e le responsabilità educative che ne derivano”.

La Cavallo ha precisato come nell’applicazione della 184 non si possa considerare l’orientamento sessuale come variabile discriminatoria e che i giudici di Strasburgo privilegiano “l’interesse del minore a definire la propria identità come essere umano, compreso il proprio status di figlio di una coppia omosessuale, secondo il principio della continuità affettiva ribadito dalla legge sulle adozioni 2015”

La ex presidente del Tribunale per i Minorenni dichiara ancora come il desiderio di avere figli rientri nell’ambito della vita familiare e come vadano riconosciute nuove forme di genitorialità: “se il bambino è a conoscenza di chi l’ha generato e con lei mantiene un rapporto di familiarità, può crescere sereno anche con due padri”.

Inevitabili reazioni contrastanti dalle forze politiche, ma rimane il fatto che in tema di diritti civili ancora una volta i tribunali corrono più veloci dei legislatori.

 

Daniela Pieri

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