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SANITÀ; GARAU (COAS MEDICI): «CHIRURGHI OSPEDALIERI POCO CONSIDERATI. I GIOVANI SI ALLONTANANO DALLA PROFESSIONE»

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«È di questi giorni la notizia che il 31 dicembre prossimo cadrà il tetto agli stipendi dei dipendenti di Camera e Senato. I “Barbieri” potranno ritornare a ritirare i 136mila euro/anno. Ricordando che in epoca medioevale la professione di chirurgo era pressoché coincidente con quella di barbiere, in quanto provvisti di rasoio e forbici, necessari per incidere ascessi o effettuare altri piccoli interventi, i Chirurghi Ospedalieri dovrebbero sentirsi doppiamente defraudati. Dico doppiamente sia per l’aspetto economico, sia per l’aspetto della responsabilità professionale».

È quanto dichiara Alessandro Garau, segretario del CoAS Medici Dirigenti.

«L’aspetto economico – continua Garau – sembra quasi essere offensivo per i Chirurghi ospedalieri che, anche come Direttori di U.O.C., hanno uno stipendio lordo che, nei casi più fortunati, non supera i 100mila euro; eppure devono assicurare la loro presenza nelle ore notturne, quotidianamente non sanno quando potranno lasciare la sala operatoria o il reparto, giungono alla piena attività di operatore solo dopo anni ed anni di gavetta e almeno 11 di studi universitari, devono affrontare ogni giorno non solo le difficoltà della professione, ma anche quelle determinate dai rapporti con gli Utenti sempre meno “pazienti” e dai rapporti con gli Amministratori, ancora più difficili».

«Questo ha reso, purtroppo, in questi ultimi anni – aggiunge Garau – le Specializzazioni Chirurgiche sempre meno ambite dai nuovi laureati in Medicina, si potrebbe dire “evitate”; il numero delle domande di risarcimento per danni o lesioni post-operatorie o “inadempienze” hanno portato ad un rapporto diverso tra medico e paziente, contribuendo ad allontanare i giovani da una professione difficile, gravata da lunghi anni di precariato, richiedente un impegno costante che mal si concilia con i tempi e le esigenze familiari. Il Sistema Italia non dovrebbe riconoscere maggiori meriti a questi professionisti, in modo particolare a quelli giunti all’apice ed al termine della carriera?».

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