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ROMA, LA NUVOLA DI FUKSAS E LA SAGRA DELLE INCOMPIUTE

Nuvola di Fuksas, sopralluogo del sindaco Ignazio Marino al cantiere del nuovo Centro congressi


Tra il dire e il fare c’è, di mezzo, molto più che il mare.

Il vecchio proverbio rafforza la sua efficacia nel caso delle grandi opere incompiute della nostra Capitale.

Tra la nuvola di Fuksas, le torri di Piano e le vele di Calatrava oggi la nostra città, di eterno, ha solo i cantieri che la deturpano.

Era lo stadio per i mondiali di nuoto del 2009, poi la città dello sport, oggi l’unica cosa certa è che le vele di Calatrava sono costate 256 milioni di risorse pubbliche, per un’opera inutilizzata e abbandonata al degrado totale. Il futuro dell’imponente progetto di Tor Vergata potrebbe essere quello di una serra hi-tech, sul modello dei ‘Gardens by the bay’ di Singapore. Il vicino ateneo, promotore della proposta, spiega che il progetto, inviato su richiesta del Campidoglio stesso, sarebbe quello di riutilizzare lo spazio trasformandolo in una struttura dimostrativa e didattica rivolta allo studio della biodiversità e alle tecnologie all’avanguardia per l’ambiente. Il palazzo dello Sport resterebbe invece a disposizione del basket, sempre all’interno dei programmi dell’università di Tor Vergata.

Altra storia per le torri, i tre edifici che ospitavano il ministero delle Finanze, avrebbero dovuto lasciare spazio a un megacentro residenziale ideato da Renzo Piano. Secondo i primi bilanci era di 565 milioni la somma garantita dalla vendita del complesso residenziale, ricavata da un costo di “appena” 130 milioni. Edifici che dopo anni appaiono ancora bucherellati tanto da meritarsi il soprannome di “Beirut”, come i palazzi bombardati delle zone di guerra.  Incerto il loro destino. Ristrutturarle e darle in affitto? Venderle? Per adesso continuano a dare il “benvenuto” a chi entra a Roma.

Il nuovo centro congressi del quartiere Eur di Roma, la “Nuvola” di Massimiliano Fuksas, secondo l’iniziale gara d’appalto, doveva costare 272 milioni di euro. Una cifra lievitata negli anni a 415 milioni. Per ultimare i lavori ne mancano ancora 170: su richiesta del presidente dell’Ente Eur Borghini, 100 sono stati assegnati dal Governo a fine 2013, con la legge di stabilità. Ora bisogna adoperarsi per trovare gli altri 70. Per il momento l’unica certezza è la rinuncia alla consulenza artistica del famoso architetto: collaborazione che ammontava ad oltre cinquantamila euro al mese. L’archistar si è riservato di decidere se continuare a partecipare gratuitamente alla fase conclusiva del progetto che porta, in ogni caso, il suo nome.

L’unica occasione di utilizzo di queste strutture è stata la sfilata di moda primavera/estate 2014 di Gattinoni, organizzata eccezionalmente nella “Nuvola” nell’ambito di AltaRoma. Dopo la sfilata Stefano Dominella, presidente della maison, ha ringraziato i presenti e giurato di non voler più presentare il loro stile nella capitale a causa delle troppe complicazioni. Siamo, ancora, in alto mare.

Francesca Vettori

 

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