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REDDITO DI CITTADINANZA: POCHI GIOVANI, MOLTA DISINFORMAZIONE

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La maggior parte delle persone che richiede il reddito di cittadinanza non ne sa nulla e ha più di 45 anni. È quanto affermato dai coordinatori della Consulta nazionale dei Caf, oggi in conferenza stampa.

“Il 95% non sa nulla – ha detto Massimo Bagnoli, spiegando che si tratta non di un dato ma di una stima personale – e il 5% ne sa qualcosa; chi viene da noi sa solo quello che apprende da tv e dai titoli di giornale: “posso prendere 780 euro”. Altro non sa, per questo i cittadini hanno bisogno di affidarsi a Caf”. Tre cittadini su 4 si sono rivolti al Caf per richiedere il reddito, trovando le informazioni necessarie: “Siamo l’unico presidio socialità nel Paese, è stato naturale per gli italiani venire da noi”.

Un altro dato che emerge è il basso numero di domande presentate dai giovani, che rende di fatto il reddito di cittadinanza uno strumento di lotta alla povertà piuttosto che mezzo di inclusione sociale e lavorativa. “Pochissime domande sono state presentate da giovani fino a 25 anni e da persone con età fino a 45 anni”, mentre sono “maggioritarie quelle provenienti dalla fascia 45-67 anni”, ha spiegato Bagnoli. “La misura – ha detto – è stata percepita come strumento di lotta alla povertà e non accompagnamento al lavoro e questo giustifica perché c’è una percentuale elevatissima tra 45 e 67 anni”.

“Credo – ha concluso – che su questo il governo farà le sue valutazioni, anche in termini di comunicazione”.

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