Fatti di Roma

PRIMO MAGGIO, BORZÌ (ACLI ROMA): LA VITA DEI LAVORATORI È APPESA A UN FILO

cartolina 1 maggio 2019

Oggi la vita dei lavoratori, in particolare di quelli giovani, è appesa a un filo, perché il lavoro manca e quando c’è è spesso precario, in nero, mercificato, con basse tutele e bassi salari. Una cattiva occupazione che non dà né diritti di cittadinanza né stabilità privando di fatto della possibilità di pianificare progetti a lungo termine, come fare famiglia”. È questa la riflessione in vista del 1 maggio di Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma e provincia, promotrici, in occasione della Festa dei Lavoratori, di una cartolina dal claim: “Il lavoro dignitoso non ti lascia appeso a un filo”.

“I giovani dunque – prosegue Borzì – sono sempre più in bilico e con il peso sulle spalle di un debito che non hanno certo creato loro. Ma equilibriste sono anche le mamme lavoratrici che non trovano aiuti per la conciliazione. O i papà che a 40 anni suonati non hanno un contratto a tempo indeterminato e per il finanziamento della macchina nuova devono chiedere alla suocera di fare da garante. E dal funambolico filo, il baratro è ancor più vicino per chi il lavoro lo perde, specie per gli over 50 per i quali la pensione è un miraggio sempre più lontano”.

“È urgente dunque – continua Borzì – rimettere il lavoro dignitoso al centro attraverso una grande alleanza, per non lasciare appeso a un filo nessun lavoratore. In questa direzione va il Cantiere ‘Generiamo lavoro’, promosso dalle Acli di Roma e dalla Diocesi di Roma, in rete con importanti associazioni che si riconoscono nei valori della dottrina sociale della Chiesa, che ha due pilastri: un patto che impegna tutti i soggetti coinvolti a porre il lavoro dignitoso in cima a tutte le priorità e progettare azioni in un orizzonte condiviso e lungimirante, e la Scuola Permanente, giunta quest’anno alla seconda edizione, che coniugando una visione alta del lavoro con strumenti concreti punta ad avvicinare i giovani al loro futuro professionale. Un impegno che ci rende tutti corresponsabili affinché vecchie e nuove generazioni trovino il diritto al loro ‘per sempre’”.

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