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PRESENTATO “ATLANTE SPRAR” CON 877 PROGETTI E 1825 COMUNI COINVOLTI

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Ottocentosettantasette  progetti territoriali di accoglienza, 1.825 comuni interessati, per un totale di 35.881 posti di accoglienza, di cui 3.500 per minori stranieri non accompagnati e 734 per persone con disagio mentale o disabilità. Sono alcuni dei dati, relativi al 2018, illustrati oggi nel corso di una conferenza dell’Anci sul sistema Sprar (sistema protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Con l’occasione è stato presentato l’Atlante Sprar 2017. Dai numeri contenuti nell’analisi si evince una crescita del sistema nel corso del tempo. L’anno scorso infatti i progetti erano 776, per un totale di 31.340 posti disponibili. A spiegare i numeri dell’accoglienza Sprar, la dottoressa Daniela Di Capua, direttrice del servizio centrale dello Sprar: “L’anno scorso i beneficiari sono stati 36.995, di cui 2.117 i nuclei familiari per un totale di 6.346 persone, 4.584 minori, di cui 3.127 senza famiglia, cioè minori stranieri non accompagnati. Sono invece oltre 10mila gli operatori che lavorano dei centri Sprar. I


mportante – ha sottolineato Di Capua – il ruolo delle Prefetture, con 13mila inserimenti su segnalazioni ricevute proprio dalle prefetture. L’importanza sta anche nella possibilità di integrazione socio-lavorativa che le persone accolte trovano dopo il percorso”.

Dall’Atlante emerge che il 70 percento dei migranti apprende un lavoro e impara l’italiano. “I dati presentati oggi confermano ancora una volta che la rete dei Comuni è, in termini di servizi, capacità di integrare, sostenibilità per le comunità residenti, di gran lunga la migliore esperienza che l’Italia abbia prodotto, oltre che una delle migliori d’Europa – ha dichiarato Matteo Biffoni, delegato dall’Anci per l’immigrazione – Per questo è del tutto condivisibile la preoccupazione che molti comuni hanno espresso in queste settimane a proposito del Dl 113”. Proprio il Dl 113 è al centro della polemiche da parte dall’Anci perché andrebbe a ridimensionare il sistema Sprar, con tutta una serie di conseguenze fra cui, secondo Biffoni, “anche ricadute occupazionali, con la crescita del lavoro a nero e dello sfruttamento”. Per questo l’Anci ha presentato degli emendamenti al decreto legge, in tutto 3 proposte di emendamenti fra cui anche uno che impone la necessità dell’assegno del sindaco per l’apertura dei centri d’accoglienza sul territorio. Gli emendamenti che però non sono stati fin qui accolti. “Gli emendamenti definiti in commissione immigrazione Anci – ha continuato Biffoni – pur non intaccando l’impianto complessivo, potrebbero mitigare di molto l’impatto critico della riforma, permettendo ai Comuni di continuare ad occuparsi dei casi più vulnerabili nell’ambito dello Sprar e non ad esclusivo carico dei servizi locali”.

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