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PAPA FRANCESCO TORNA IN ITALIA, IL BILANCIO DEL VIAGGIO IN CILE E PERU’

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Papa Francesco, dopo il viaggio in Cile e in Perù iniziato lunedì della scorsa settimana, farà ritorno oggi e l’atterraggio dell’aereo della linea aerea Latam è atteso per le 14.15 all’aeroporto romano di Ciampino dopo esser partito intorno alle ore 19 (all’una di notte in Italia, ndr) e dopo aver pronunciato la messa nella base aerea di Las Palmas, a cui hanno partecipato oltre un milione di fedeli secondo le autorità peruviane. Era presente anche il presidente della Repubblica Pedro Pablo Kuczynski, recentemente sfuggito all’impeachement per un caso di corruzione.

Gesù percorre la città; lo fa con i suoi discepoli e comincia a vedere, ad ascoltare, a fare attenzione a coloro che avevano ceduto sotto il manto dell’indifferenza, lapidati dal grave peccato della corruzione – ha detto il Pontefice argentino nell’omelia – Gesù continua a camminare per le nostre strade, come ieri continua a bussare alle porte, a bussare ai cuori per riaccendere la speranza e gli aneliti: che il degrado sia superato dalla fraternità, l’ingiustizia vinta dalla solidarietà e la violenza spenta con le armi della pace. Gesù continua a chiamare e vuole ungerci col suo Spirito perché anche noi andiamo a ungere con quella unzione capace di guarire la speranza ferita e rinnovare il nostro sguardo”.

Francesco si è poi congedato dai peruviani con un ultimo invito alla speranza: “Fratelli peruviani, avete tanti motivi per sperare, l’ho visto, l’ho toccato con mano in questi giorni. Per favore, custodite la speranza, che non ve la rubino. E non c’è miglior modo di custodire la speranza che rimanere uniti, perché tutti questi motivi che la sostengono crescano ogni giorno di più”.

Nel volo di ritorno a Roma è prevista, come di consueto, una conferenza stampa con i giornalisti del seguito e sarà l’occasione per il Papa per fare il punto di uno dei suoi viaggi più delicati. Molti i temi affrontati dal Pontefice, dal futuro dell’Amazzonia alla situazione della minoranza Mapuche in Cile, dalle giovani generazioni al rischio del clericalismo.

La tappa cilena è stata particolarmente controversa a causa del problema dei preti pedofili e, in particolare, di una breve dichiarazione che il Papa ha rilasciato ad alcuni giornalisti cileni, a margine di una messa, con la quale ha respinto le accuse al vescovo Juan Barros di Osorno, accusato da un gruppo di laici della sua diocesi di avere insabbiato le accuse al sacerdote pedofilo conservatore Fernando Karadima. Una presa di posizione respinta dalle stesse vittime di Karadima, nonché da un portavoce del governo cileno e – fatto più unico che raro – dal cardinale Sean O’Malley, consigliere dello stesso Pontefice e presidente della pontificia commissione per la tutela dei minori, che ieri ha concelebrato con Francesco in Perù.

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