Religioni

PAPA FRANCESCO IN ECUADOR: CERIMONIA BENVENUTO, “TESTIMONE DI MISERICORDIA”

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Ho visitato l’Ecuador in diverse occasioni per motivi pastorali; così anche oggi, vengo come testimone della misericordia di Dio e della fede in Gesù Cristo”. Lo ha detto, ieri (ore 22 in Italia), Papa Francesco nella cerimonia di benvenuto all’aeroporto di Quito, in Ecuador.
“La stessa fede – ha proseguito – che per secoli ha plasmato l’identità di questo popolo e ha dato tanti buoni frutti, tra i quali risaltano figure luminose come santa Marianna di Gesù, il santo fratello Michele Febres, santa Narcisa di Gesù o la beata Mercedes di Gesù Molina, beatificata a Guayaquil trent’anni fa durante la visita del Papa san Giovanni Paolo II”. Essi, ha osservato il Pontefice, “hanno vissuto la fede con intensità ed entusiasmo, e praticando la misericordia hanno contribuito, in diversi ambiti, a migliorare la società ecuadoriana del loro tempo”. Per il Pontefice, “oggi, anche noi possiamo trovare nel Vangelo le chiavi che ci permettono di affrontare le sfide attuali, apprezzando le differenze, promuovendo il dialogo e la partecipazione senza esclusioni, affinché i passi avanti in progresso e sviluppo che si stanno ottenendo garantiscano un futuro migliore per tutti, riservando una speciale attenzione ai nostri fratelli più fragili e alle minoranze più vulnerabili, che sono ancora il debito che tutta l’America Latina ha”.

Per questo scopo, ha dichiarato rivolgendosi al presidente, “potrà contare sempre sull’impegno e la collaborazione della Chiesa per servire questo popolo ecuadoriano, che sia messo in piedi con dignità”. Il Papa ha quindi ricordato che “in Ecuador si trova il punto più vicino allo spazio esterno: è il Chimborazo, chiamato per questo il luogo ‘più vicino al sole’, alla luna e alle stelle. Noi cristiani paragoniamo Gesù Cristo con il sole, e la luna con la Chiesa; la luna non ha luce propria e se la luna si nasconde dal sole diventa buia. Il sole è Gesù Cristo, e se la Chiesa si allontana o si nasconde da Gesù Cristo diventa oscura e non dà testimonianza. Che in queste giornate si renda più evidente a tutti noi la vicinanza del ‘sole che sorge dall’alto’, e che siamo riflesso della sua luce, del suo amore”. Da qui, ha aggiunto, “voglio abbracciare l’intero Ecuador. Dalla cima del Chimborazo, fino alla costa del Pacifico; dalla selva amazonica fino alle isole Galapagos; non perdete mai la capacità di rendere grazie a Dio per quello che ha fatto e fa per voi; la capacità di difendere il piccolo e il semplice, di aver cura dei vostri bambini e anziani, che sono la memoria del vostro popolo, di avere fiducia nella gioventù, e di provare meraviglia per la nobiltà della vostra gente e la bellezza singolare del vostro Paese, che secondo il presidente è il paradiso”. (Agensir)

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