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NELLA RIFORMA DI FRANCESCO IL DICASTERO DELLA CARITÀ

elemosiniere


Un super dicastero della carità. Nella riforma della curia romana, un lavoro ancora non ultimato e che impegna il C9 – il consiglio di cardinali che coadiuva Francesco nel governo della Chiesa -, fin dall’anno dell’elezione di Bergoglio al soglio di Pietro, c’è anche l’idea di creare un nuovo “ministero” dedito soltanto alle opere di carità.

Francesco, che tutti i giorni manda il suo elemosiniere Konrad Krajewski in giro per Roma in aiuto degli ultimi e che ogni anno tramite la stessa elemosineria usa tre milioni e mezzo di euro delle offerte e della vendita delle pergamene per pagare le bollette di diverse famiglie italiane (e non) in difficoltà, sta vagliando l’ipotesi, sul tavolo da due anni, di un dicastero che nella sua bozza iniziale è stato chiamato “Carità, Giustizia e Pace”.
Se la creazione andrà in porto, il dicastero accorperà sia l’elemosineria sia l’Obolo di San Pietro, quest’ultimo un’offerta di denaro fatta dai fedeli e inviata al Papa per essere ridistribuita a sostegno della missione della Chiesa e delle opere di carità.

Papa Francesco, che di fatto sta mettendo in pratica la prima enciclica di Benedetto XVI “Deus caritas est”, con questo dicastero intende ricordare come, oltre ai sacramenti e alla Parola, la vita della Chiesa non può trascurare la carità.

Così, del resto, hanno fatto i grandi santi. Già Ratzinger nella sua enciclica ne ricordò alcuni: san Martino di Tours, che condivise il suo mantello con un povero, Francesco d’Assisi, Ignazio di Loyola, san Vincenzo de Paoli, Cottolengo, don Bosco, don Orione, Teresa di Calcutta. “I santi – scrisse Benedetto XVI – sono i veri portatori di luce all’interno della storia, perché sono uomini e donne di fede, di speranza e di amore”.

La Chiesa da sempre è impegnata in importanti opere di carità. Il dicastero avrà in questo senso un ulteriore valore simbolico. Già i dintorni del Vaticano sono profondamente cambiati da quando Francesco è stato eletto. Diversi senzatetto hanno diritto di dormire all’aperto anche sul territorio della Santa Sede. Sotto il colonnato del Bernini è stata predisposta una barberia e un servizio docce. Qui, la sera, a molti è concesso aprire delle piccole tende, alloggi di fortuna con dei cartoni, a patto che di mattina ogni cosa sia smontata.

Anche Benedetto XVI aveva riservato diverse attenzioni agli indigenti. Quando nel dicembre del 2009 si recò nella mensa della Comunità di Sant’Egidio in via Dandolo a Roma disse che era arrivato fin lì per testimoniare la sua vicinanza e il fatto che “la Chiesa ha cuore i più poveri”. E ancora, disse: “C’è una lingua, quella dell’amore, che dobbiamo apprendere e praticare tutti. Quante persone provenienti da vari Paesi segnati dal bisogno si ritrovano qui per cercare una parola, un aiuto, una luce. Impegnatevi perché nessuno sia solo, nessuno sia emarginato, nessuno sia abbandonato”. (Fonte La Repubblica).

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