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PRESA DI POSIZIONE DI MONS. FEROCI CONTRO I POLITICI CHE INCITANO AL RAZZISMO

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Bisogna far capire ai politici che le loro parole incitano all’odio e possono scatenare la violenza nelle teste calde. Devono stare attenti a ciò che dicono: serve una coscienza culturale che non contribuisca ad aizzare il branco”. Così mons. Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma, commenta oggi al Sir, si legge in una nota, l’aggressione a sfondo razziale avvenuta nel centro di Roma; infatti ieri sera, in piazza Cairoli, cinque ragazzi tra i 17 e i 19 anni hanno insultato un cittadino del Bangladesh di 27 anni, regolarmente residente, e un egiziano, e poi li hanno riempiti di botte.

“Quando avvengono questi episodi mi chiedo le ragioni per cui questi ragazzi agiscano con tanta violenza gratuita – dice Feroci -. Senza giustificarli, penso molti ragazzi che vivono nelle periferie, senza Stato e senza famiglia, spesso ascoltano e ripetono quello che sentono dall’alto. Sono anche loro vittime degli agitatori politici che affermano le solite falsità sui migranti: ‘ci rubano il lavoro, la casa, ci invadono’. Il rischio è che per guadagnare quattro voti in più poi si aizzino queste teste calde“.

Per questo motivo, mons. Feroci invita alcuni esponenti politici “ad avere maggiore consapevolezza delle conseguenze delle loro parole, a fare uno sforzo di conoscenza del fenomeno migratorio, altrimenti si fomentano delle guerre tra poveri in una società che annaspa nel malessere di non avere casa e lavoro. Altrimenti chi si sente forte davanti al debole, in questo caso poveretti inermi, agisce per far vedere chi è che comanda”.

A suo avviso si tratta di “una questione culturale: bisogna far attenzione ai messaggi che si danno, perché chi ha la testa piccola li recepisce in modo sbagliato e agisce con violenza”. Nonostante ciò Feroci non si sente di dire che Roma è diventata più razzista perché “gli esempi di accoglienza sono molti di più di questi pochi episodi negativi”.

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