Fatti di Roma

MAFIE, REGIONE PROMUOVE GIORNATA MEMORIA: “IL LAZIO C’È”

Falcone-e-Borsellino


In occasione del 25° anniversario delle stragi di Capaci e di via D’Amelio, dove persero la vita i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino insieme agli agenti di scorta, la Regione Lazio ha promosso una giornata di memoria e impegno contro tutte le mafie organizzando due iniziative al Teatro Ambra Jovinelli di Roma.

Evento che è parte integrante della programmazione nazionale, coordinata dal Ministero dell’Istruzione e dalla Fondazione Falcone sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e il Patrocinio del Senato della Repubblica. Nell’incontro, “Palermo chiama Italia, il Lazio c’è”, insieme al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e al Presidente dell’osservatorio regionale per la Sicurezza e la Legalità Gianpiero Cioffredi, presenti anche il Procuratore Capo della Repubblica, Giuseppe Pignatone e il Procuratore Aggiunto e coordinatore della DDA di Roma Michele Prestipino, intervistati dal coordinatore del laboratorio Antimafia dell’Università La Sapienza, Francesco Forgione.

Il presidente Zingaretti intervenendo dal palco e rivolgendosi agli oltre mille studenti, provenienti dalle scuole del Lazio, ha detto: “Siete voi gli anticorpi che devono far crescere nella nostra regione la cultura della legalità in una regione ferita ma non vinta. Noi non crediamo che sia tutto finito, anzi prometto che non gliela daremo vinta”.

Protagonisti dell’evento serale, iniziativa rivolta soprattutto ai giovani, sono la musica, le parole e le immagini dello spettacolo “Uomini Soli”. Per questa serata speciale lavoreranno insieme uno dei giornalisti più importanti antimafia, Attilio Bolzoni, uno dei più grandi violoncellisti e compositore di provata fama internazionale, Giovanni Sollima, la regista Cecilia Ligorio, la video maker Elisa Mancini e i musicisti della Giovanni Sollima Band fondata a New York nel 1997.

Le date del 23 maggio e del 19 luglio segnano un momento decisivo nella Storia della Repubblica, perché hanno dato avvio a un cambiamento epocale, a una riscossa morale e civile e a un diffuso risveglio delle coscienze. Le stragi di Capaci e di via D’Amelio, pur nella drammatica testimonianza di morte, hanno generato e continuano a generare la vita, in nome della moralità, della giustizia e del bene comune, e i suoi eroi – testimoni coraggiosi della libertà – sono stati artefici di una vera e propria rivoluzione che oggi continua a prendere forma nell’azione comune di uomini delle Istituzioni, delle Forze dell’Ordine, delle realtà associative e dei singoli cittadini.

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