Fatti di Roma

L’ASSEMBLEA CAPITOLINA HA APPROVATO LA RIFORMA DEI CENTRI ANZIANI, NASCONO LE CASE DI QUARTIERE

L’Assemblea capitolina ha approvato la proposta di delibera di iniziativa consiliare che disciplina il funzionamento dei nuovi Centri sociali anziani di Roma, recependo la normativa che negli ultimi anni ha introdotto una revisione del servizio dei Csa alla luce della trasformazione demografica della popolazione, dei nuovi modelli di partecipazione e delle sfide imposte dalla pandemia da Covid-19.
Le principali novità, che ricalcano quanto disposto dalle linee guida della Regione Lazio, riguardano l’obbligo per tutti di dotarsi della ragione sociale di Associazione di promozione sociale (Aps), l’età di 60 anni per potersi iscrivere con una quota del 30% di soci sotto ai 60 anni per favorire l’intergenerazionalità, principio guida della normativa regionale, e l’inserimento di un tetto massimo alla quota di iscrizione che non potrà superare i 15 euro. Le case sociali saranno ospitate in strutture individuate dai Municipi in accordo con il dipartimento Valorizzazione del Patrimonio e Politiche abitative e messe a disposizione a titolo gratuito da Roma Capitale, che provvederà al processo di attivazione e al pagamento delle utenze.
“Dopo 13 anni di attesa, finalmente oggi abbiamo discusso e approvato in aula Giulio Cesare il Regolamento dei nuovi Centri sociali anziani di Roma che da oggi diventeranno le Case sociali degli anziani e del quartiere (Csaq). Il nuovo regolamento consegna alle cittadine e ai cittadini della nostra città luoghi aperti e inclusivi, spazi d’aggregazione aperti alla comunità, dove oltre alle attività ricreative, ludiche e motorie rivolte agli anziani, sarà possibile svolgere attività di rilevanza sociale e di apertura e condivisione con il territorio”, commentano Nella Converti e Riccardo Corbucci, presidenti rispettivamente della commissione Politiche sociali e della commissione Roma Capitale, nonché firmatari della proposta.
Questo regolamento, spiegano, “è il frutto di mesi e mesi di consultazioni di cui siamo molto orgogliosi. Abbiamo dialogato con il Coordinamento cittadino e i coordinatori degli attuali Centri sociali anziani, i sindacati e il Forum del Terzo settore, passando per tutti i Consigli municipali di questa città. Un lavoro che non è stato semplice perché trattiamo di una materia delicata e fondamentale, del futuro di 149 luoghi pubblici molto importanti per la città, perché spesso si trovano lontano dal centro storico e rappresentano l’unico luogo pubblico dove le persone possono riunirsi e vivere in comunità”.

Oggi, proseguono Converti e Corbucci, “possiamo dire in maniera abbastanza chiara e decisa che siamo davanti ad una svolta epocale. Con questo regolamento non recepiamo solo le linee guida della Regione Lazio che ci indicano come percorrere una strada completamente nuova per questi luoghi pensati dal sindaco Petroselli per non lasciare sole le persone anziane, noi ci apprestiamo a ridisegnarli e a ridare loro nuova vita dopo la pandemia perché questi luoghi hanno subito un duro colpo a seguito della crisi sanitaria che ha determinato l’isolamento di molte cittadine e cittadini. Accogliamo questa grande innovazione che consiste nella trasformazione in Aps, Associazioni di promozione sociale, una trasformazione non solo linguistica, ma di sostanza”.
“Vogliamo che le nuove Csaq siano al passo con i grandi cambiamenti sociali che stiamo vivendo, ma vogliamo al tempo stesso mantenerne la storia. Siamo convinti che si possa andare veramente verso l’intergenerazionalità e l’invecchiamento attivo tramite questo Regolamento e che questi luoghi possono diventare un punto di riferimento importante non solo per le persone anziane, ma per tutto il quartiere”, proseguono gli esponenti dem. “Ringraziamo le consigliere e i consiglieri di maggioranza e della Lista civica Calenda che hanno sostenuto in Aula il regolamento e i Municipi che hanno collaborato fin dal primo giorno alla stesura di questo testo. Un provvedimento fondamentale per realizzare quell’idea di città che include e non lascia indietro nessuno, come indicato nelle linee programmatiche del sindaco Roberto Gualtieri, dove tutti i cittadini devono sentirsi parte di una comunità inclusiva, accogliente e solidale che riconosce pieni diritti e che richiama ad una partecipazione attiva”, concludono i due presidenti di commissione.

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