Sociale

LA “RETE DEI NUMERI PARI” SCRIVE A RAGGI, “IGNORATA UNA PARTE DELLA CITTA'”

Una rappresentanza della Rete dei numeri pari, che riunisce 91 associazioni e realtà che operano nell’ambito del sociale, stamattina si è presentata in piazza del Campidoglio per consegnare una lettera a Virginia Raggi, sindaco di Roma, in cui è stato stilato un elenco di azioni da mettere in campo per tutelare le fasce più deboli della città. A spiegarlo Giuseppe De Marzo responsabile delle politiche sociali per Libera contro le mafie e rappresentante della Rete dei numeri pari. “Qui oggi rappresentiamo i lavoratori e le lavoratrici del sociale – ha spiegato De Marzo – insegnanti, parroci, donne che lottano contro la violenza di genere, giornalisti impegnati contro le mafie, i 20 mila senza fissa dimora che girano come ombre in città in questo periodo, cooperative a cui hanno tagliato i fondi, inquilini che occupano per morosità incolpevole. La crisi sanitaria a Roma è diventata immediatamente crisi sociale – ha aggiunto – e rischia di diventare crisi della democrazia. Non c’è democrazia quando un sindaco interrompe il dialogo, diciamo basta alla propaganda, a Raggi basterebbe il dato sugli aiuti alimentari per capire la gravità della situazione”.

Abbiamo denunciato il rischio usura in una città che conta 94 clan e 100 piazze di spaccio nelle periferie, prosegue Giuseppe De Marzo responsabile delle politiche sociali per Libera contro le mafie e rappresentante della Rete dei numeri pari, “Anche il ministro dell’Interno denuncia un aumento dell’usura nella nostra città. Rifiutiamo l’idea che a causa dell’emergenza la democrazia venga azzoppata. Se riaprono le chiese e i locali, non ci sono più ragioni per impedirci di manifestare. Se la sindaca non fa proprie le richieste di centinaia di cittadini scientificamente sta ignorando una parte della città”. Tra i manifestanti anche un uomo che si è unito alla protesta ieri mattina dinanzi al Dipartimento politiche sociali dove era andato per avere informazioni sui buoni spesa per cui ha fatto richiesta a marzo. “Fino a ieri pensavo di essere l’unico sfigato a cui non erano arrivati i buoni spesa. Da marzo mi dicono di aspettare e avere pazienza. Stiamo parlando di aiuti alimentari, che cosa dobbiamo aspettare? Non moriremo di coronavirus ma moriremo di fame”. Tra i partecipanti anche la presidente della Casa internazionale delle donne, Maura Cossutta, e il deputato di Leu e consigliere capitolino di Sinistra per Roma, Stefano Fassina. Dopo diversi minuti di attesa in piazza la lettera è stata consegnata a una funzionaria che è scesa a incontrare le associazioni e a riferire che in quel momento non erano presenti in Campidoglio né Raggi, né rappresentanti della giunta. “Oggi la sindaca dimostra che è la sindaca dei suoi amici e non di tutti i romani”, hanno lamentato i manifestanti nel consegnare la lettera.

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