Fatti di Roma

IL RISCHIO DEL WEB EFFETTO DELLA SCARSA CONOSCENZA

ragazza pc


Quando si leggono notizie, come quella di poche ore fa, in cui un’adolescente della provincia Romana, appena diciassettenne, rischia di essere violentata da un diciannovenne Romano conosciuto qualche ore prima, sul social, chattando col suo smartphone, le domande che ci assalgono sono tante.

Ci si domanda se credere oppure no alla tenera ingenuità della ragazzina che confida di poter trascorrere, senza porsi tanti problemi una simpatica serata, cena compresa, nella capitale, in tranquilla compagnia di quel ragazzo appena conosciuto e con cui condivide la passione per il social.

Ci si chiede se nel nostro paese esistano condanne severe e irreprensibili, per chi commette simili gesti che accomunano l’uomo con la bestia. Ci si domanda, da genitori attenti, la propria reazione se mai succeda a nostra figlia o figlio.

Ci si chiede la reazione della gente circostante, dei testimoni se per caso ce ne siano stati. E così via nella nostra mente si apre uno scorribandare di domande tra la realtà e l’inverosimile. Superato questo momento diversamente lungo, secondo il tempo che dedichiamo alla notizia e di quanto ci abbia scosso psicologicamente, è inevitabile passare alla seconda fase quelle delle risposte.

Alcune saranno scontate, altre ridanciane, altre le più penose quelle che facilmente si possono fare al bar con gli amici. Certamente passata qualche ora, magari l’intera giornata, tutto si accantona e speditamente dopo qualche giorno rimarrà – e se rimarrà – alla memoria qualche flebile ricordo.

Notizie come queste nel tempo se ne leggono, se ne ascoltano, se ne raccontano variamente, ognuna con sviluppi puntuali diversi, ma tutte con un comune denominatore: la violenza di qualcuno su qualcun altro purché diverso.

Il web, Internet, il Social, poi sono oggi visti come la grande matrice da dove si può facilmente sferrare l’attacco a chi è considerato più debole.

Non vi è dubbio che la libertà espressiva, cardine su cui si fonda il web e i suoi derivati, possa facilmente indurre alla tentazione dell’abuso sconfinando nell’offesa variamente confezionata. Infatti, più la connessione sta infiltrandosi nel nostro comune quotidiano, più i pericoli e i rischi di contagio sono frequenti, con la conseguente insoluta domanda se sia giusto utilizzare Il web oppure no.

Il vero dato su cui riflettere, a mio giudizio, non è se usare oppure vietare internet, piuttosto chiedersi quanto sappiamo usarlo.

Come la società degli importati digitali conosce e sa far fronte alle tentazioni del web. Come questa stessa società sa trasmettere i valori nell’utilizzo di queste tecnologie ai nativi digitali.

Perché tutto ciò non sfugga di mano, irrimediabilmente, occorre che gli adulti, gli educatori, gli amministratori, acquisiscano la giusta consapevolezza all’uso della tecnologia come un valore da trasmettere ai più giovani.

Coscienza e conoscenza alle nuove tecnologie devono essere principi ispiratori per correggere gli errori del passato. La preparazione alla media education deve solcare la via al vero progresso e all’emancipazione culturale, in cui casi come quelli dell’adolescente romana rimangano soltanto sbiaditi ricordi.

Il sapere e la competenza, sia da parte degli importati digitali che dei nativi digitali, sono l’unico strumento per emarginare e far sentire diverso chi come il ragazzo romano pensa di essere più astuto e più forte di altri.

Alfonso Benevento

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close