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“IL POTERE DEL DENARO PER IL BENE COMUNE”, UN TESTO DAL VATICANO RIFLETTE SULLE RELAZIONI ECONOMICO-FINANZIARIE 

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In occasione del World Economic Forum di Davos 2019 che si conclude oggi, è disponibile nelle librerie il nuovo volume edito dalla Libreria Editrice Vaticana, ” Il potere del denaro per il bene comune. Riflessioni etico-economiche a partire da Oeconomicae et pecuniariae quaestiones” a cura di mons. Riccardo Bollati.

La crisi economica ha evidenziato una serie di contraddizioni e problematiche nel modello capitalistico della società. Esse impongono una seria riflessione ed un ripensamento delle logiche finanziarie: un modello basato sulla massimizzazione del profitto come unico fine, non è più sostenibile. Di questo tema si sono occupate la Congregazione per la Dottrina della Fede e il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Attraverso il documento “Oeconomicae et pecuniariae. Considerazioni per un discernimento etico circa alcuni aspetti dell’attuale sistema economico”, si vuole rispondere alle crescenti esigenze di un orientamento etico in questo campo.

Presente all’interno del volume, il documento fornisce una serie di indicazioni tecniche per aiutare tutti coloro che operano in questo settore a perseguire nelle scelte quotidiane “la dimensione del Bene Comune, in cui le potenzialità positive della finanza possono essere messe al servizio di tutte le dimensioni della persona umana e della società” (Introduzione).

“L’enfasi di Oeconomicae sugli obiettivi sociali – scrive il Prof. Luigi Zingales nel suo articolo di oggi sull’Osservatore Romano – arriva in un importante momento di cambiamento dell’industria del risparmio gestito. Negli ultimi anni, un numero crescente di investitori ha integrato i propri obiettivi finanziari con obiettivi riguardanti l’ambiente, la sfera sociale, e la governance”. Dopo lunghi decenni in cui le imprese hanno avuto come unico obiettivo la massimizzazione degli utili da distribuire, lasciando agli azionisti stessi il compito di perseguire gli obiettivi sociali, l’Oeconomicae et pecuniariae quaestiones ci aiuta a ribaltare la prospettiva.

“Costa meno – prosegue Zingales – introdurre delle misure precauzionali per evitare perdite di petrolio, piuttosto che bonificare l’ambiente dalla contaminazione prodotta dalle fuoriuscite. Un’azionista che ha a cuore l’ambiente preferisce che l’impresa non spinga la massimizzazione dei profitti fino al punto da risparmiare sulle misure precauzionali” perché in questo caso non potrebbe riparare i danni inferti all’ambiente. Oltre alla versione integrale di Oeconomicae et pecuniariae quaestiones e alla prefazione dell’arcivescovo Giacomo Morandi (Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede), il volume della LEV raccoglie una serie di contributi a commento del documento per fornire una prospettiva complementare ed una guida all’interpretazione degli orientamenti etico-morali.

(Foto: AgenziaSir)

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