Fatti di Roma

IL MEGLIO IN EDICOLA DI MERCOLEDI’ 25 FEBBRAIO 2015

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corriere della sera

 

Metrò, pastori tedeschi nelle aree a rischio (Alessandro Capponi)

Nel mare d’insicurezza (quella reale, quella percepita) che assedia i viaggiatori della metropolitana, della stazione Termini, di quelle più colpite dai borseggiatori (Colosseo, Spagna), arriva una novità certamente non risolutiva ma indiscutibilmente concreta: da ieri può capitare, viaggiando nel metrò, di imbattersi in «unità cinofile». Ed è la prima volta, in Italia. Così il miglior amico della guardia giurata in servizio nella metropolitana è un pastore tedesco, ben addestrato. Sono dieci, e da ieri annusano e se serve ringhiano nelle fermate di Colosseo, Spagna e Termini. Non rimarranno ferme sul posto: saranno, e in un certo senso già sono, itineranti. Cioè salgono a bordo dei convogli e passano da una stazione all’altra. Pronte ad entrare in azioni, come ieri al Colosseo: hanno bloccato la precipitosa fuga di un gruppo di borseggiatori, subito consegnati a due motociclisti della polizia municipale.

Ci sono due sale operative alla stazione Termini, una mobile e una sala centrale con la videosorveglianza che racconta ciò che accade in tutte le linee della metro romana: da là, in caso di necessità, partirà l’ordine a cani e padroni per spostarsi dove occorre. La novità voluta da Atac è presentata dal responsabile della sicurezza, Pierluigi Pelargonio: «I cani sono un deterrente, non possono garantire la sicurezza ma sono un tassello nel sistema, e il nostro lavoro è di supporto a quello delle forze dell’ordine». Antiterrorismo? Antidroga? I cani che viaggeranno in metropolitana sono addestrati con quale compito? «Gestire il conflitto. E, naturalmente, sono in grado di fiutare le anomalie…».

Per spiegare il viaggio nell’illegalità che i pastori tedeschi si apprestano ad affrontare, e che le forze dell’ordine affrontano ogni giorno: sono quattromila, ogni anno, le denunce fatte dai viaggiatori della (sola) stazione Termini. Ma il raggio d’azione della sicurezza Atac è, naturalmente, più ampio: le tre linee della metropolitana, le ferrovie concesse (Roma-Lido, Roma-Viterbo, Roma-Giardinetti), oltre ai mezzi di superficie (autobus e tram): «Nei mezzi su strada al momento non è prevista la presenza dei cani, anche per ragioni di spazio. Ma di certo ci aiutano nella protezione dei depositi e in quella del personale», che puntualmente subisce aggressioni. È una città dentro la città: un milione di viaggiatori, dodicimila dipendenti. Le unità cinofile sono la normalità all’estero, ma in Italia no: «Atac è la prima azienda nel nostro Paese a fare questo passo — spiega Pelargonio, 43 anni e un bel pezzo di vita professionale trascorsa nella Guardia di Finanza — ed è chiaro che queste pattuglie saranno usate dove c’è bisogno». […]

Messaggero

Tombini con l’asfalto, task force del Comune per riparare i danni (Lorenzo De Cicco)

Il Comune rispedisce le ditte della manutenzione a stappare i tombini asfaltati per errore durante i lavori del piano anti-buche. «Tutto a spese delle imprese», spiega, l’assessore ai Lavori Pubblici Maurizio Pucci, che dopo la denuncia del Messaggero ha chiesto un intervento immediato «per evitare il rischio di allagamenti, data l’allerta meteo di queste ore diramata dalla Protezione civile».

Da piazza Barberini alla Colombo, in tante strade dove a inizio febbraio è partita la campagna del Campidoglio per rimettere a nuovo le carreggiate-groviera, gli operai delle imprese incaricate hanno versato il bitume anche sopra tombini, griglie di ghisa e caditoie. Mettendo di fatto fuori uso i canali di scolo e aumentando in questo modo il rischio allagamenti, a partire da ieri sera, quando la Protezione civile ha lanciato l’allerta maltempo.

Ecco perché il Comune è corso ai ripari in tempi record: da via del Tritone a via del Corso, fino a via di Grotta Perfetta, all’Eur, già ieri mattina i dipendenti delle ditte di manutenzione stradali hanno riaperto i cantieri per rimuovere il bitume dalle grate e liberare le caditoie. «Saranno tutte ripristinate nella loro piena funzionalità», dice l’assessore Pucci. «Nella prima fase dei lavori di rifacimento delle pavimentazioni stradali avviene la posa in opera del bitume – spiega il titolare dei Lavori pubblici – e in questa fase non ci si può fermare per escludere tombini e caditoie. Nella seconda fase, si interviene con  i lavori di “rifinitura” tra cui anche la pulizia generale con canaljet di tutte le caditoie ed il tracciamento della segnaletica orizzontale». Un’operazione che però secondo l’assessore dovrebbe avvenire «immediatamente dopo» e non a distanza di settimane come avvenuto invece, per esempio, per le strade del centro storico. […]

Repubblica

Bilancio lacrime e sangue tagli per 310 milioni dal Sociale al Commercio (Giovanna Vitale)

E anche quest’anno la parola d’ordine è tagliare. Per l’esattezza 310 milioni: su tutti i beni e i servizi erogati dal Comune. Il terzo colpo di mannaia consecutivo su tre bilanci di previsione approvati dalla giunta Marino (il 2015 è atteso domani in commissione e venerdì in Aula). Imputati principali: il calo delle entrate; gli aumenti dell’anno scorso che hanno scaricato la leva della fiscalità; le nuove regole di contabilità generale per cui non è più possibile iscrivere i trasferimenti non ancora stanziati da Stato e Regione. Che perciò risultano come riduzioni di spesa.

Gli effetti per il Campidoglio sono devastanti. Il taglio medio su ciascun dipartimento viaggia intorno al 20% con punte del 30. Uno dei settori più in sofferenza è senza dubbio il dipartimento Politiche sociali, Sussidiarietà e Salute, penalizzato da un generale abbattimento delle risorse e dai mancati trasferimenti a livello centrale e regionale: scorrendo il “piano operativo di gestione” (Pog), si passa infatti dai 248,7 milioni impegnati nel 2014 ai 120,4 del 2015. Una cifra tuttavia destinata a salire allorché i governi del Lazio e nazionale iscriveranno nei rispettivi bilanci le somme dedicate a ogni singolo capitolo di spesa. Al momento, per esempio, sull’assistenza agli immigrati sono previsti 44,3 milioni in meno, di cui 12,8 di fondi comunali e 31,5 di fondi statali e regionali; idem per l’assistenza agli anziani: meno 8,4 milioni, di cui 2,1 di fondi comunali e 6,3 statali e regionali. Ciò significa che i tagli verranno ridimensionati. In Via Merulana considerano un successo non superare il 15% di budget in meno rispetto all’anno scorso.
Chi certamente non sarà in grado di garantire i servizi erogati finora, e sarà costretto a scegliere cosa salvare e cosa archiviare, sono gli assessori Marinelli e Leonori. Pog alla mano, la Cultura scende dai 78,5 milioni del 2014 ai 59,1 del 2015 (-27%). Le Attività produttive e l’Innovazione tecnologica perdono invece il 25% circa. E se, unico dipartimento in controtendenza, la Mobilità guadagna 45 milioni da girare pressoché interamente sul contratto di servizio di Atac, pure il dipartimento Sviluppo, Infrastrutture e Manutenzione urbana — a dispetto della “cura da cavallo” annunciata dal sindaco Marino e dall’assessore Pucci — scende dai 203,5 milioni dell’anno scorso ai circa 171 di quest’anno: quasi 33 milioni e il 15% in meno. Tra i capitoli di spesa azzerati la manutenzione delle piste ciclabili, mentre per la manutenzione stradale si passa da 8,8 a 5 milioni. E pure la polizia municipale dovrà fare un bel sacrificio: quasi 38 milioni e l’11% in meno. Mentre la Scuola perde almeno 18 milioni. Esigui a confronto gli investimenti previsti: 119 milioni. […]
Tempo

«Spaccato choc delle istituzioni romane» (Vincenzo Imperitura)

Estorsioni, riciclaggio, morti ammazzati e, soprattutto, agganci importanti nei gangli della pubblica amministrazione: la relazione annuale della Direzione nazionale antimafia traccia un affresco a tinte fosche sulla realtà romana all’indomani dell’esplosione di «mafia capitale». Il procuratore capo della Dna, Franco Roberti, non usa mezze misure nella sua esposizione, ricordando in Parlamento il vortice oscuro nel quale il gruppo di Carminati (così come tutte le altre consorterie del crimine organizzato presenti e attive nel territorio di Roma) ha trascinato la Capitale. «Avvalendosi del legame con alcuni personaggi dell’estrema destra romana divenuti negli anni importanti personaggi politici o manager pubblici – si legge nella relazione della Direzione nazionale antimafia – e attraverso alcuni esponenti del mondo imprenditoriale, l’organizzazione di Carminati ha potuto condizionare pesantemente il contesto politico e amministrativo romano».

E i condizionamenti che sono venuti fuori nelle carte della maxi inchiesta coordinata dalla distrettuale antimafia capitolina, erano tanti e in grado di condizionare, in diversi settori, la vita stessa della città «determinando la nomina di personaggi “graditi” in posizioni strategiche quali quelle di presidente e di capo segreteria dell’assemblea capitolina, di presidente della Commissione per la Trasparenza del consiglio capitolino, di direttore generale, consigliere di amministrazione, dirigente dell’azienda municipalizzata Ama».

E se il potere di Carminati era così forte da consentire al suo gruppo di scegliere le pedine da sistemare nelle posizioni cardine del comando, altrettanto potere veniva utilizzato dallo stesso gruppo, anche per sostituire quegli uomini che invece risultavano meno graditi all’organizzazione «ottenendo – scrive ancora Roberti – l’allontanamento e la sostituzione del direttore del dipartimento per i servizi sociali del Comune di Roma in quanto non “sensibile” alle esigenze del sodalizio e intervenendo nelle elezioni comunali di Sacrofano, paese alle porte di Roma».

Carminati (considerato come uno dei quattro re di Roma sul versante del crimine organizzato) e la sua «associazione» erano riusciti a infiltrarsi pesantemente nelle maglie della pubblica amministrazione capitolina; così pesantemente e così a fondo che lo stesso ex sindaco Gianni Alemanno – che nella maxi inchiesta risulta indagato per il reato di mafia – sarà ascoltato dalla commissione parlamentare, come anche gli ex sindaci Francesco Rutelli e Walter Veltroni. È Rosy Bindi – che della Commissione contro il fenomeno della mafia è presidente – ad anticiparlo ai giornalisti. Alemanno però non sarà l’unico a sfilare davanti alla commissione: «Proseguiremo anche con le cooperative e con i partiti politici» ha detto ancora il parlamentare del Pd. […]

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