Fatti di Roma

IL MEGLIO IN EDICOLA DI GIOVEDI’ 2 APRILE 2015

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corriere della sera

 

Vigili assenti, indagati undici medici (Ilaria Sacchettoni)

Sale a quattordici il numero degli indagati per le assenze dei vigili a Capodanno. Undici medici che, senza aver incontrato il paziente, ne avrebbero certificato malanni e addirittura patologie, prescrivendone il riposo. Nei loro confronti si è svolta l’elezione di domicilio che precede l’avviso di garanzia all’indagato.

Per ricordare la vicenda: la notte del 31 dicembre (non proprio una serata qualunque) Roma resta a malapena presidiata lungo le strade. E’ lo stesso comando a confermare, a poche ore dal veglione, che, per l’occasione, appena 200 uomini sarebbero stati in servizio. Una protesta da parte degli agenti della municipale nella fase (infuocata) della trattativa con il Comune su rotazioni e salario? Forse.

Il comandante Raffaele Clemente e la sua vice Raffaela Modafferi avviano un’inchiesta interna e portano i risultati in Procura dove il procuratore aggiunto Francesco Caporale e il suo collega Nello Rossi incaricano approfondimenti ai pm Stefano Fava e Nicola Maiorano. Emerge l’ipotesi di una sorta di sabotaggio degli straordinari di Capodanno, veicolato sul web. Vengono eseguite perquisizioni nei confronti dei tre agenti Riccardo Di Pietro, Fabrizio Archetti e Daniele Zampelloni, indagati per tentata interruzione di pubblico servizio e a cui vengono sequestrati i rispettivi«personal computer, smartphone e supporti informatici» come si legge nel decreto. Partono anche verifiche su una serie di certificati medici piovuti al comando in quei giorni. Alcuni sono datati da studi medici fra Abruzzo, Marche e Umbria. Per carità, si può essere colti dal virus anche in vacanza, ma meglio verificare, pensano gli investigatori, e così vengono delegati accertamenti alle varie stazioni dei carabinieri. […]

Messaggero

Il piano del Comune case e lavoro ai rom: «Rispettino le leggi» (Elena Panarella)

Il punto di caduta non cambia: chiudere i campi nomadi di Roma e dare le case ai rom e alle altre etnie. Il piano del Comune però è molto complesso con un orizzonte che arriva fino al 2018. Tutto si poggia su quattro pilastri della strategia nazionale imposta dalla Ue: istruzione, lavoro, salute e casa. Prima ci sono delle tappe intermedie, pronte a a essere intraprese. L’assessorato ai Servizi sociali di Francesca Danese sta lavorando al nuovo regolamento per i campi, che presto sbarcherà in aula. Si tratta di una serie di norme su inclusione ed esclusione. Chi sgarra sarà allontanato. Si passa dai controlli sui redditi al divieto di roghi.

Norme che affiancheranno leggi già esistenti, ma che produrranno un effetto immediato: allontanare dai presidi (regolari) chi non è in regola. Esempio: se si possiedono case in giro per Roma non si può vivere in uno di questi centri. In questo modo si avrà la prima scrematura. Poi si procederà con le altre tappe forzate verso la chiusura: «polmoni di decompressione» (nuovi centri di sosta) e poi abitazioni (tra queste rientrano anche le case popolari, se si hanno i requisiti). Intanto, dal Bilancio appena approvato i finanziamenti per l’emergenza sono scesi a 8 milioni di euro. Di sicuro la situazione rimane esplosiva. Intanto dopo i fatti avvenuti martedì mattina davanti al centro accoglienza di via Amarilli, in zona Tor Cervara, l’informativa della municipale è arrivata ai pm della Procura di Roma.

Sarà il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo a verificare l’esistenza di condotte illecite e quindi procedere all’apertura formale di un fascicolo di indagine. Il documento ricostruisce i momenti di tensione vissuti tra i nomadi e gli agenti della municipale. Secondo quanto denunciato dagli agenti, alcuni appartenenti al gruppo di sicurezza pubblica emergenziale, giunti sul posto per verificare la situazione della struttura, colpita da un incendio nella notte tra domenica e lunedì e sgomberata per motivi di sicurezza, sarebbero stati circondati e aggrediti da alcuni rom. I vigili, stando invece a quanto riferito dai rom, avrebbero usato dello spray al peperoncino che avrebbe raggiunto anche una ragazzina. Intanto è stato convalidato il fermo dell’uomo bloccato martedì durante i tafferugli. Altre cinque persone saranno denunciate a piede libero, due nordafricane e tre montenegrini. Per alcuni di loro le ipotesi sarebbero quelle di reati contro il patrimonio. […]

Repubblica

Più autobus, corsie preferenziali, ferrovieEcco la “rivoluzione” romana del traffico (Cecilia Gentile)

Più 6% nell’uso del trasporto pubblico, con i bus che aumentano del 20% la loro velocità sugli assi portanti della rete stradale e i romani serviti che crescono del 20%. E ancora: corsie preferenziali ampliate del 40%, ciclabilità che passa dallo 0,6 al 2% in due anni. Fino ad arrivare ad ingressi contingentati nella ztl dell’anello ferroviario, attraverso un bonus di 120-200 permessi all’anno, con obbligo di pedaggio per chi supera il tetto consentito, modello ecopass di Milano.
Un’impresa titanica il nuovo Piano generale del traffico urbano, in sigla “Pgtu”, anche se l’aggettivo “nuovo”, comincia ad essere non più tanto appropriato. La presentazione alla città nell’aula Pietro da Cortona è avvenuta nel gennaio 2014, poi sono cominciati i passaggi nei municipi e in Regione, per arrivare all’approvazione definitiva in giunta a settembre dello stesso anno.
Da allora il piano ha atteso di cominciare il suo iter in Aula, ma soltanto oggi, in seconda convocazione, l’assessore alla Mobilità Guido Improta riuscirà ad illustrarlo ai consiglieri, impallinato dalla sua stessa maggioranza che ieri ha fatto mancare il numero legale.
Un’impresa titanica, dunque, quella che si prefigge il Pgtu, in una città che in un anno conta 135milioni di ore buttate nel traffico, pari ad una perdita di 1,5miliardi di euro, quasi 16mila incidenti stradali, con 21mila feriti e 154 morti. Una città, ancora, con un uso del trasporto pubblico fermo al 28% nelle ore di punta ed un pendolarismo dalla provincia che tra il 2004 e il 2012 è aumentato del 60%. Solo nella prima zona in cui è stato diviso il territorio della capitale dal Pgtu, che corrisponde al centro storico, l’uso del trasporto pubblico si attesta ad un confortante 50,5%. Nella seconda zona, anello ferroviario, il trasporto pubblico scende al 38,2%, nella terza, quella della circonvallazione interna, cala ancora al 27%, spiazzato dal traffico privato che è del 52%. Nella zona 4, intorno al Gra, l’uso dei mezzi pubblici arriva ad un risicato 18,8%, con le autoveture private al 62,9%. Nella zona 5, fuori del Gra, il trasporto pubblico non supera il 18,5%. Nell’ultima zona, la 6, a Ostia, il traffico privato svetta al 56,9%.
Eppure su questo piano Improta, che già è stato bastonato dal Tar per i suoi provvedimenti chiave sulla mobilità, conta per cambiare il volto della capitale e farne uno dei segni distintivi dell’amministrazione Marino. Rispetto al piano presentato al pubblico in Campidoglio nel gennaio 2014, il documento che oggi l’assessore illustra in assemblea capitolina si è arricchito di un voluminoso capitolo sul sistema ferroviario metropolitano, con interventi a breve, medio e lungo periodo resi possibili da un nuovo accordo sottoscritto con Rfi, rete ferroviara italiana. Entro il 2018 verrà realizzata la prima parte del completamento dell’anello ferroviario, con nuovi binari tra Vigna Clara e Valle Aurelia. Sempre entro quella data sorgerà il nodo del Pigneto, con la realizzazione della nuova fermata della linea C, e si procederà al quadruplicamento ferroviario tra la Casilina e la nuova fermata Senilunte.
La brutta notizia è che alcuni degli interventi su cui avrebbe dovuto incardinarsi il Pgtu per ridurre il traffico privato sono già stati oggetto di ricorsi al Tar e di conseguenti bocciature, come, per esempio, l’aumento delle tariffe della sosta tariffata e, ultimissimo, la pedonalizzazione di via dei Fori Imperiali. Ma Improta, sostenuto dal sindaco Marino, va dritto per la sua strada, confidando nel Consiglio di Stato.
Dunque oggi l’assessore ripeterà ai consiglieri, con abbondante proiezione di grafici e immagini, che la sua lotta al mostro degli ingorghi prevede una nuova ripartizione delle modalità di spostamento, con il mezzo pubblico che sale nelle scelte dei romani dal 28 al 34%, corsie preferenziali che passano dagli attuali 100 a 140 chilometri, riqualificazione della ferrovia Roma-Lido.[…]
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