Fatti di Roma

IL MEGLIO IN EDICOLA DI LUNEDÌ 19 GENNAIO 2015

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corriere della sera

Atac, ecco la nuova «macrostruttura» (Alessandro Capponi)

Due divisioni (Metro-ferro e Superficie), un unico responsabile per ogni deposito degli autobus e incarichi, complessivamente, quasi dimezzati: la nuova macrostruttura Atac, in sintesi, rivoluziona se non tutto, molto. Non solo perché, tra i manager, non ci sono più i nomi coinvolti in Parentopoli, e non solamente perché, stavolta, le organizzazioni sindacali — «con senso di responsabilità», dicono in azienda — non hanno messo bocca sulle nomine, decise sulla base del curriculum e della professionalità dei singoli: ma soprattutto perché adesso, dicono i vertici Atac, «sarà impossibile che ci siano scaricabarile». […]

Il segnale della nuova macrostruttura, arrivato venerdì, forse non giunge per caso proprio dopo il Bilancio 2015, con il dipartimento Mobilità che è stato l’unico a vedere aumentate le risorse: sul settore c’è un impegno evidente del Campidoglio, quindi. E l’assessore ai Trasporti, Guido Improta, a luglio, con le linee guida, aveva già parlato del 2015 come l’anno della svolta industriale. Del resto, ora che le nuove linee guida del contratto di servizio sembrano destinate a essere votate dal consiglio comunale in una propedeutica al Bilancio, gli obiettivi devono essere rispettati: per questo, oltre ai chilometri per vettura, sono previsti anche dei parametri qualitativi di valutazione. […]

Di certo la Mobilità sta provando a cambiare anche da un altro punto di vista, quello della trasparenza: sul sito del Comune ci sono report pubblicati trimestralmente sull’attività dell’azienda (incluso il Piano generale del Traffico). È là, on line, che si scopre che in Atac le assenze per malattia sono scese del «23,5 per cento per l’area degli amministrativi, nel mese successivo all’accordo sindacale, e del 28,3% nell’area mobilità». E ancora: «L’azienda inoltre ha ricollocato nelle linee operative 160 lavoratori prima impiegati nelle attività indirette». Sul costo del personale, nel 2014: «È risultato inferiore di 2,9 milioni rispetto alle previsioni e di dieci milioni rispetto al 2013. Tagliate le spese per consulenze, inferiori del 20% rispetto al budget e del 31% rispetto al 2013». Sull’evasione: «Per contrastare quella tariffaria ed efficientare i ricavi di mercato, l’azienda ha riorganizzato la tornelleria di 105 stazioni metro ferroviarie. Ciò ha condotto ad un aumento di circa 160 mila validazioni al giorno». […]

Messaggero
Salari, il Comune frena stop agli extra per vigili che fanno più multe (Simone Canettieri)

E retromarcia fu. Nel nuovo contratto dei vigili urbani di Roma il “bonus multe” – l’indennità extra legata al numero delle contravvenzioni effettivamente “staccate” da ciascun agente – alla fine non ci sarà. Finisce quindi in soffitta quella che avrebbe dovuto essere una delle principali novità legate al salario accessorio dei pizzardoni. La levata di scudi dei sindacati di categoria, e della destra in generale, ha convinto il Campidoglio a fare un passo indietro. La decisione sarà formalizzata nella giornata di oggi, quando gli uffici dell’Assessorato al Personale riceveranno le controproposte delle organizzazioni sindacali, le stesse che avevano rispedito al mittente la bozza di contratto inviata dal Campidoglio sabato mattina, bocciando proprio il nuovo bonus legato al numero delle sanzioni. La Cisl aveva parlato di una «proposta irricevibile, perché trasforma gli agenti della polizia locale in “bancomat” del Comune», mentre per l’Uil «i vigili non possono essere usati per fare cassa».

In realtà il principio che aveva portato il Comune a inserire nel nuovo contratto decentrato dei vigili questa indennità era un altro e conteneva proprio lo spirito della riforma del salario accessorio, che è nata per agganciare al merito e al rendimento effettivo dei dipendenti un lungo elenco di indennità che prima invece veniva distribuito “a pioggia” e senza nessun controllo. […]

Il vicesindaco Nieri, che ha la delega al Personale e sta seguendo la trattativa, ha fatto capire di voler accettare anche altre richieste dei sindacati nei contratti delle educatrici scolastici e degli impiegati amministrativi. Per quanto riguarda le insegnanti dei nidi comunali, le organizzazioni dei lavoratori hanno chiesto che venga indicato un limite al rapporto tra le maestre e i bambini che devono seguire, ma anche alcuni chiarimenti sulle modalità di erogazione del nuovo salario accessorio delle educatrici. Mentre i dipendenti degli uffici chiedono alcune modifiche agli orari di lavoro che hanno permesso al Comune di far aprire fino alle 18.30 gli sportelli anagrafici già dal 7 gennaio. […]

Repubblica
Palazzo Venezia, museo off-limits “Ascensore rotto da un mese e mezzo” (Cecilia Gentile – Sara Grattoggi)

«Se ha problemi a camminare le consigliamo di non venire, perché l’ascensore purtroppo è rotto da un mese». Rispondono così, con un sospiro rassegnato, dal centralino del Museo nazionale di Palazzo Venezia. Off-limits per disabili, ma anche per chiunque abbia problemi ad affrontare la scalinata che conduce al primo piano (lo stesso del balcone da cui Mussolini dichiarò guerra a Francia e Inghilterra nel 1940), da ormai più di quattro settimane. Senza che sul sito sia comparso nemmeno un avviso. Così, per chi ha problemi di deambulazione, visitare le sale che ospitano capolavori come il “Doppio ritratto” di Giorgione o le sculture in terracotta del Bernini, è diventato impossibile. «Sabato mattina sono arrivata ancor prima che la biglietteria aprisse e, quando ho fatto presente che non potevo fare le scale, mi è stato consigliato di tornarmene a casa. Perché non c’era altro modo di arrivare al primo piano» racconta in una lettera a Repubblica Luciana, una signora di 77 anni appassionata d’arte, con problemi alle ginocchia. In realtà, un altro ascensore — oltre a quello guasto — ci sarebbe, ma non è mai stato collaudato. […]

«Siamo ben consci di cosa significhi lasciare un museo senza ascensore. Per di più un museo come questo, in pieno centro storico. Abbiamo fatto di tutto per farlo riparare» spiega la direttrice Andreina Draghi. Mentre Daniela Porro, soprintendente del Polo museale romano (che presto, però, scomparirà con la riforma del Mibact), precisa: «L’ascensore è fermo perché si è rotto un pezzo che serve per equilibrare le porte. Un pezzo purtroppo non più in commercio. Così abbiamo dovuto farlo ricostruire. Ora la ditta di manutenzione ci informa che siamo in dirittura d’arrivo. Tra una settimana, 10 giorni al massimo, sarà di nuovo funzionante ». […]

gazzetta_dello_sport
Pipita d’oro, che colpo Napoli da Champions (Fabio Bianchi)

Se digita le voci arbitri-proteste, ora Rafa Benitez sul web ci potrà trovare anche Stefano Pioli, al quale è venuto il dubbio che a furia di lamentarsi alla fine qualche vantaggio arriva. Galeotto un doppio fallo di mano in area napoletana che a dire il vero non poteva sfociare in un rigore: Albiol ha il braccio attaccato al corpo sul cross di Keita e Maggio si vede carambolare sulla mano il pallone. Ma tant’è, è il solito gioco delle parti. Decisivo invece è il gioco dei corsi e ricorsi. Se si digitano le voci Higuain-Lazio, si vedrà che la Lazio è di gran lunga la vittima preferita del Pipita. […]

Higuain, contropiede e un pizzico di fortuna. Ecco la formula vincente di Rafa che rilancia il Napoli dopo la sconfitta intrisa di polemiche con la Juve. Pipita giustiziere contro quel che resta della Lazio. Ed è qui che comincia la fortuna di Rafa, perché un conto è affrontare una Lazio al completo, un altro trovarla senza quel genietto sbocciato di Felipe Anderson, senza Mauri, Lulic e De Vrij. Per tacere del resto della truppa k.o. Pioli aveva un’intera panchina in infermeria. Nonostante questo la Lazio ha fatto la partita (non bellissima, diciamolo. Le ultime cinque sfide tra le due squadre tra l’altro erano piene di gol). Dopo lo svantaggio ha messo in difficoltà il Napoli, soprattutto nel primo round. Ha avuto un possesso palla del 66 per cento. Ma alla fine si è arresa. E ha interrotto la serie utile di tre successi e tre pareggi.

[…] la Lazio è bella (bellina va) ma non balla, cioè gioca ma non segna. Invece il Napoli è solido e chirurgico. Difatti è andato in gol alla prima ripartenza. Innescato da Mertens, re di assist in questo periodo, Higuain ha fatto bingo con un sassata, grazie alla grave complicità di Radu che gli ha detto «prego s’accomodi» e al pensiero debole di Berisha che ha preso gol sul suo palo. Qui è cominciata la partita della Lazio che avrebbe meritato di pareggiare. Parolo ci è andato vicino di zucca colpendo la traversa, Cavanda s’è divorato una quasi-rigore rendendo inutile il gran recupero in attacco e l’assist di Basta.

Saranno le uniche due vere occasioni della Lazio. Nel secondo round Pioli ha messo subito Klose al posto di uno spento Ledesma per una sorta di 4-2-4 nel tentativo di sfruttare la buona vena di Candreva e la facilità di spinta e cross di Keita per il doppio centravanti. Tentativo fallito. Paradossalmente la Lazio è stata meno pericolosa, causa anche la buona giornata di Albiol e Koulibaly. E in compenso si è ancor più sbilanciata. Con un paio di contropiede del solito Pipita il Napoli poteva chiudere la querelle. Quanto a occasioni, il risultato non fa un piega. Il Napoli si conferma squadra da trasferta. Per mantenersi in zona Champions però Benitez dovrà trovare una formula anche per le mura di casa.

Garcia: «Credo allo scudetto» Pur con la Roma dei 7 peccati (Massimo Cecchini)

Allegri, la Roma sarà meno bella e meno solida ma Rudi Garcia al sogno scudetto crede ancora. Almeno è quello che ha detto in privato – ieri nel faccia a faccia con la squadra – e al pubblico televisivo francese di «Telefoot». «Voglio restare a lungo in giallorosso e vincere titoli. Quest’anno ho una squadra più forte rispetto a quella della stagione scorsa». Possibile, ma alla dirigenza ieri ha detto anche altro: «Quando mancano alcuni leader, gli altri devono prendersi più responsabilità. Siamo troppo a corrente alternata. ognuno deve dare di più»

1) PUNTI E PARTITE Meglio così, però i giallorossi hanno chiuso l’andata con 3 punti in meno rispetto a un anno fa e soprattutto con un approccio alle partite assai diverso. Un dato per tutti: nel 2013-24 in 42 partite la squadra era andata in svantaggio solo 8 volte (di cui 3 a fine campionato, a giochi fatti), invece adesso è già successo 10 volte in 25 partite. […]

2) ATTACCO La crisetta si spiega anche con un attacco più in difficoltà. Il reparto avanzato è solo il 4° del campionato anche perché conclude poco rispetto alle potenzialità. […]

3) DESTRO E ITURBE I due attaccanti rappresentano un po’ la vetrina del momento. Destro ha una media gol da cannoniere di razza ma Garcia, pur ponendo il veto sulla sua cessione, preferisce Totti e questo fa sì che l’attaccante voglia andare via. Tra l’altro le sue dichiarazioni di Palermo («sono un attaccante della Roma per ora, ho bisogno di giocare e fare gol») non sono piaciute né ai tifosi né a diversi compagni. Discorso diverso per Iturbe. Costato quasi 30 milioni, finora ha reso assai meno del previsto non tanto per doti ma per intelligenza tattica. Insomma, non sorprende che Garcia nel mercato chieda un altro esterno d’attacco.

4) PERSONALITA’ Rispetto a un anno fa, poi, dallo spogliatoio viene fuori il segnale di una diminuita personalità del gruppo. Si dice, infatti, che pesino le assenze di Castan, Benatia, Balzaretti e Bradley. Non solo per il pur chiaro apporto tecnico, ma anche per la sicurezza che davano al gruppo.

5) FORMA E INFORTUNI Che diversi giallorossi siano perplessi sulla preparazione, poi, non è un mistero. Se si tiene conto che gli infortuni muscolari, con quello accusato due giorni fa da Torosidis (lesione al retto femorale destro) sono arrivati a 18 qualcosa non quadra […]

6) MODULI E FASCE Tra l’altro, la squadra sembra un po’ allergica ai cambi di modulo. Due giorni fa Pjanic ha espresso chiaramente il disagio del gruppo per il 4-2-3-1 e i miglioramenti per col ritorno al 4-3-3. I problemi però vengono anche dalle fasce, dove Maicon gestisce un po’ a fatica il suo tramonto causa problemi al ginocchio, mentre Cole è apparso l’ombra del giocatore che fu, uscendo presto anche dalle rotazioni.

7) GIOVANI E VECCHI In momenti di difficoltà, poi, viene facile parlare di mercato. Ebbene, adesso pare più evidente la discrasia che c’è tra una dirigenza che punta su giovani talentuosi per valorizzarli ed eventualmente capitalizzare e un allenatore che vuole vincere subito e ha bisogno di giocatori pronti. «Hazard a Lilla lo facevo giocare a 17 anni, adesso in panchina non ho giovani così», Ha ragione. per questo ora è il momento delle responsabilità.

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