Disabilità

DISABILI, PROGETTO ITACA: I GIOVANI OCCUPATI IN ITALIA SOLO 1,5%

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Portare i giovani con disabilità psichica da essere inabili al lavoro ad essere nuovamente abili. Come? Applicando il metodo di riabilitazione psichiatrica Clubhouse International, che coinvolge 100mila persone in 340 strutture di 32 Paesi del mondo. Questa è la missione dell’Associazione per la salute mentale Progetto Itaca Roma, come emerso nel corso dell’iniziativa Infoday, l’evento pubblico in corso dedicato al lavoro del e nel non profit, promosso dal Forum Terzo Settore Lazio in partnership con Porta Futuro. Di recente Progetto Itaca ha anche ricevuto il prestigioso riconoscimento ai servizi umanitari della Fondazione Conrad N. Hilton, ‘per lo straordinario contributo offerto nell’alleviare la sofferenza umana’.

Progetto Itaca Roma si è impegnata per contribuire fattivamente all’organizzazione dell’Infoday, giornata di successo dedicata al Terzo Settore, in cui è stato ribadito come la sfida alla crisi occupazionale passa per il non profit, che incide per il 3,4% del Pil nazionale ossia 64 miliardi di euro. I dati parlano di oltre 300mila istituzioni, in particolare di quasi 270mila associazioni e poco più di 6 mila fondazioni. Complessivamente il sistema conta 4,7 milioni di volontari, 681mila dipendenti, 271 mila lavoratori esterni e 5 mila lavoratori temporanei. In Europa l’Italia è prima per numero di addetti sul totale dell’economia (9,7%). I soci/utenti impegnati in un percorso di reinserimento sociale e lavorativo con Progetto Itaca Roma sono 60, di cui 22 hanno già intrapreso un percorso esterno di lavoro. Sono 4 i giovani coinvolti nel progetto di telelavoro assistito Job Stations per l’inclusione lavorativa di categorie protette con invalidità psichica, computate quota d’obbligo ex lege 68/99″. “I disabili occupati in Italia – continua la nota – sono meno del 18%, quelli con difficoltà psichiche solo l’1,5%; per l’85% dei disabili la pensione rappresenta la maggiore fonte di reddito, oltre 750mila sono però iscritti alle liste di collocamento. Ma con la recessione economica le aziende possono chiedere la sospensione dagli obblighi di assunzione previsti dalla legge 68/99, così il 25% dei posti riservati rimane scoperto. Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, questa situazione costa tra l’1 e il 7% del Pil.

Per i bisogni di benessere collegati alla salute mentale si parla della sfida sanitaria del Terzo millennio, che riguarda il 38,2% degli abitanti del Vecchio continente, per un totale di quasi 165 milioni di pazienti su una popolazione di 514 milioni – ha dichiarato Guido Valentini, direttore del centro di riabilitazione psichiatrica di Progetto Itaca Roma – Siamo qui oggi per raccontare come al Club Itaca Roma pratichiamo ogni giorno un percorso di socializzazione e occupazione che rimette l’individuo al centro, impegnando Soci/utenti e Staff secondo i tempi umani del fare insieme, fianco a fianco, nella gestione del centro di riabilitazione. E’ un settore su cui bisogna investire, con programmi che facilitino l’occupazione giovanile anche del personale impiegato, come attraverso il Servizio Civile, di cui si parla nella Riforma del Terzo Settore.

Presenti inoltre all’iniziativa gli stessi soci/utenti e lo Staff di Progetto Itaca Roma, che distribuiscono materiale informativo sui servizi erogati, in uno degli open space dedicati alla promozione delle singole organizzazioni. Essi svolgono inoltre diversi compiti di relazione con il pubblico e accoglienza, gestione della sala conferenze e del servizio d’ordine. Una sala affollatissima ha accolto i lavori della giornata, segno evidente del grande interesse sui temi del lavoro nel mondo del sociale. L’evento si è aperto con il saluto di Gianni Palumbo, portavoce del Forum Terzo Settore Lazio che ha anche ricordato la figura dell’economista Alberto Valentini del Comitato Scientifico del Forum, e di Dario Manna di Capitale Futuro, i quali hanno sottolineato l’importanza del Terzo Settore come sistema economico in grado di essere una prospettiva valida nel mondo del lavoro. Al tavolo studiosi, economisti, e tante testimonianze di chi già lavora in questo comparto, capace di trasformare il disagio in risorsa economica e di rendere l’inclusione lavorativa un valore reale. Giuseppe De Rita, presidente Fondazione Censis, ha dichiarato che “nella formazione di chi lavora nel Terzo Settore è molto importante avere una preparazione tecnica, una qualche competenza, ma questa va unita ad esperienze nella comunità, a contatto con le persone, che completano la preparazione’.

Secondo Luigi Bobba, sottosegretario di Stato al Lavoro e alle Politiche sociali “l’impegno di principale carattere volontario ha evidenziato delle potenzialità di far trovare una strada professionale a tanti giovani. Noi oggi abbiamo la responsabilità di sostenere le condizioni di un’energia volontaria che possono generare opportunità di lavoro”.

Per Pietro Barbieri, portavoce del Forum Nazionale Terzo Settore “il mondo del non profit offre opportunità a livello dei diritti ed è fondamentale anche per realtà del profit, come ad esempio la Protezione Civile, che senza il Terzo Settore e il mondo dell’associazionismo non avrebbe la stessa capacità di intervento”. (omniroma)

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