Dal Campidoglio

CAMPIDOGLIO, RAGGI TRA IL CAOS DELLA GIUNTA, DE LUCA E LA SFIDA PER ROMA

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Ieri è stata una giornata particolarmente pressante per il neo sindaco di Roma Virginia Raggi nel caos per i problemi interni al movimento per la nomina della sua giunta, con un direttorio diviso in correnti e la difficoltà a nominare una squadra, tanto che anche Casaleggio jr. è intervenuto per chiedere una stretta definitiva che attivi finalmente l’operato dei grillini a Roma.

E’ sempre notizia di ieri dell’uscita pubblica di De Luca, governatore della Campania che l’aveva definita “una bambolina” durante la direzione del Pd, parole che hanno sollevato un nugolo non indifferente di polemiche con tanti esponenti dello stesso partito di De Luca che hanno preso le distanze, stigmatizzando, quanto dichiarato.

In questo contesto comunque Virginia Raggi ha rilasciato un’intervista alla Cnn che tocca diversi temi, partendo da quella che secondo lei è “la mia più grande sfida è quella di ricostruire la città dalle macerie. Dobbiamo farlo anche in considerazione del mandato popolare consegnatoci dai romani con oltre il 60% delle preferenze. Possiamo farlo perchè siamo liberi, non dobbiamo fare favori alle lobby. Vogliamo una città in cui sia più facile vivere, dove il trasporto pubblico funzioni. Una città liberata dai rifiuti, con un’amministrazione trasparente”.

Il Movimento 5 stelle può governare e fare un buon lavoro” continua la Raggi, sottolineando che “dove governiamo abbiamo già risanato i bilanci e abbiamo migliorato la qualità della vita e i cittadini lo riconoscono. Siamo accusati di essere inesperti ma siamo stati all’opposizione per 3 anni e abbiamo acquisito esperienza nell’amministrazione. Senza contare che partiti con lunga esperienza hanno distrutto città come Roma”.

L’ultima battuta invece viene spesa sul Presidente del Consiglio e la riforma costituzionale, tema già caldo ma che in vista del referendum in autunno diverrà sempre più importante con il passare dei giorni; la Raggi, in linea con quanto ha sempre dichiarato, conclude affermando che “Renzi non è un premier eletto e la riforma costituzionale che propone non ha nulla di ciò che servirebbe a rendere più efficiente il parlamento”.

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