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BUFERA SU ORP, PARLA ALL’ANSA PADRE CESARE ATUIRE EX AD

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Ha taciuto per quattro anni, ma ora Caesar Atuire, l’ex “padre Cesare” come tutti lo conoscevano quando era Ad dell’Opera Romana Pellegrinaggi, rompe il silenzio per chiarire i motivi della sua uscita dall’Orp e smentire che – come scritto anche recentemente in occasione dell’arrivo in quello stesso ruolo di don Remo Chiavarini al posto di mons. Liberio Andreatta – la sua gestione portò il tour operator del Vicariato sull’orlo del crac. Un’affermazione che l’ex prete ghanese contesta radicalmente, definendola “frutto di una manipolazione di informazione ed una violenza del potere”. E, con l’ANSA, decide di dare la sua ricostruzione dei fatti.

“Mi dispiace dover parlare di soldi perchè, quando accettai la nomina alla guida dell’Orp, il mio sogno era far sì¬ che il pellegrinaggio diventasse uno strumento di evangelizzazione. Ma guardando ai dati, nel periodo in cui sono stato Ad, l’Orp ha vissuto il momento più  florido della sua storia di 80 anni. Gli utili di gestione dell’Orp che ho versato nelle casse del Vicariato dal 2007 al 2011 sono stati di 22.780.458 euro, con un aumento del 64,5% rispetto ai cinque anni precedenti”, dice.

In più, “quando ho assunto la guida dell’Orp, mi sono trovato davanti ad una serie di irregolarità   dal punto di vista legale e morale che, con fatica, ho dovuto sistemare: riciclaggio di soldi, evasione fiscale, contratti di assunzione irregolari senza versamento di contributi e offerte di tangenti, solo per menzionarne alcune”, spiega Atuire. E le cause legali? “Avevo sospeso due contratti importanti perchè erano emersi degli elementi che a mio avviso puzzavano di corruzione. I fornitori hanno voluto fare causa all’Orp per mancato adempimento. Io ero disposto ad arrivare fino in fondo perchè ritenevo di essere nel giusto. Altri, invece, volevano pagare e far tacere il tutto. Dopo la mia partenza, hanno patteggiato pagando soldi in nero”.

Nel settembre 2013 in un articolo si è insinuato che lei fosse fuggito in Africa coi soldi dell’Orp? “E’ semplicemente falso. Mi sono trasferito in Ghana, mio paese natale. Chi mi conosce sa che pur gestendo grandi quantità   di soldi, ho sempre mantenuto uno stile di vita semplice e, anzi, fuggivo dai benefit che la posizione mi offriva. Sull’articolo c’è stata anche una smentita del Vicariato. In più, ho querelato il giornale. Da 4 anni attendo che il Tribunale di Roma finisca le indagini preliminariâ. Continuerò a bussare finchè non sarà  fatta giustizia”.

Come sono avvenute le sue dimissioni dall’Orp? “Quando nel novembre 2012 ho percepito un calo della liquidità   disponibile ed ho chiesto al cardinal Vallini di convocare una riunione del Consiglio per presentare un nuovo piano semestrale di gestione, il cardinale ha preferito non convocare il Consiglio. Ha chiesto invece ad Andreatta di lavorare con me per proporre un piano. Il piano è stato elaborato da me e consegnato ad Andreatta il 24 dicembre 2012. Durante le festività   natalizie, approfittando della mia assenza da Roma, Andreatta ha costruito una sua versione della realtà   ed è riuscito a convincere il cardinale che tutto andava male. Al mio rientro, con un pretesto ingannevole di riorganizzazione, mi chiesero di dare dimissioni temporanee. Consegnata la lettera, due ore dopo sono stato convocato dal cardinal Vallini che, senza un confronto sui dati, mi diede una lettera in cui accettava le mie dimissioni e nominava Andreatta nuovo amministratore delegato. Chiesi un confronto reale ed obiettivo che non avvenne mai. Mi hanno messo da parte e Andreatta ha rigirato e manipolato i numeri a suo piacimento, riuscendo a comunicare a tutti che avevo portato l’Orp sull’orlo del crac”.

Oltre a riferire di aver versato in cinque anni al Vicariato utili per 22,7 milioni di euro, l’ex Ad dell’Opera Romana Pellegrinaggi, Caesar Atuire, spiega all’ANSA che nello stesso periodo, “l’Orp ha creato più di 100 posti di lavoro. Roma Cristiana è passata da circa 150 mila aderenti nel 2006 a oltre 700 mila nel 2011. L’Omnia Vatican and Rome Card che oggi è la proposta leader dell’Orp è stata creata durante quel periodo. Il numero di pellegrini verso i santuari è passato da una media di 25 mila a più di 33 mila, per non menzionare le novità   come le audio guide con Ipod nella Basilica Lateranense, le visite con autobus ecologici nei giardini vaticani, l’avvio del recupero della Via Francigena”.

L’anno 2012, osserva, è stato un anno difficile a causa della crisi economica. Il ritorno sugli investimenti che avevo fatto è stato rallentato e ciò ha ridotto la liquidità   disponibile dell’Orp. Ciononostante, al dicembre 2012 il bilancio tra debiti e crediti era in positivo ed i soldi in cassa, pur ridotti, erano sufficienti per una gestione oculata.

Il 24 dicembre del 2014 consegnai a mons. Andreatta (allora vice presidente, ndr) un documento con questa evidenza da sottoporre al cardinale. Ad oggi non so se questo documento fu consegnato o preso in considerazione o meno”. Ma ha fatto o no degli investimenti sbagliati? “La gestione di una attività   di carattere economico comporta l’assunzione di rischi ponderati e calcolati. Posso ammettere un errore nella stima del tempo di ritorno sugli investimenti in nuovi progetti, ma non che siano sbagliati. Il tempo ha dimostrato ampiamente che gli investimenti da me fatti su Roma Cristiana e sulla Terra Santa hanno portato frutto e continuano a portare risultati all’Orp”. Sulla sua estromissione dall’Orp, l’ex “padre Cesare”, dal 2016 non più sacerdote, ha scritto anche una lettera a Benedetto XVI (poco prima della rinuncia) e due a Francesco (senza risposta).

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