Immigrazione

AMSI E CO-MAI: “BASTA STRAGE NEL MARE, GRAZIE A PAPA FRANCESCO PER IL SUO APPELLO UMANO”

L’associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) e le Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai), insieme al movimento Internazionale Uniti per Unire e le associazioni e Comunità aderenti, hanno voluto ringraziare Papa Francesco per il suo “ennesimo appello umano e responsabile”.

Le associazioni spiegano in una nota di aderire “con convinzione, dicendo #BastaStrage nel mare, basta strumentalizzazioni, urgono risposte concrete che continuiamo a non vedere. Nello stesso tempo i morti nel mare sono triplicati e si continua a morire nel tragitto della speranza per tortura e violenza: sono più di 1000 i morti nel 2019 nei vari naufragi compreso quello di ieri dove sono morti 160 migranti”.

“Siamo indignati per questa situazione tragica nel Mediterraneo. In Libia, Yemen e Siria nessuno parla più, tranne Papa Francesco che ringraziamo a nome di tutti gli stranieri musulmani, arabi in Italia per il suo impegno costante a favore di chi soffre e scappa dai nostri paesi non per divertimento ma per le guerre e la fame”, dichiara Foad Aodi, Fondatore di Amsi e Co-mai nonché membro della Commissione “Salute Globale” Fnomceo che sta in contatto con i medici Libia che oggi hanno comunicato il bilancio tragico dei morti dall’inizio del conflitto: 1200 morti di cui 220 donne ,135 bambini e 40 medici e professionisti della sanità (di cui 4 medici e un soccorritore morti negli ultimi giorni dopo il bombardamento dell’Ospedale vicino a Tripoli).

“Gli ospedali da mesi sono al collasso e manca tutto”, continua Aodi, auspicando “che arrivi una azione diplomatica forte da parte dell’Italia e dell’Europa, senza lasciare tutto nelle mani di generali corrotti che comandano l’immigrazione irregolare in Libia e porre così fine alla guerra mediatica e civile a Tripoli. Anche i numerosi pazienti libici che stanno visitando in questi giorni Roma e che sono venuti a visitare i loro famigliari raccontano storie e situazioni molto più gravi di quello che vogliono far credere.”

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