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AL VIA IL PROGETTO “AIUTIAMOLI A CASA NOSTRA” GRAZIE ALLE FAMIGLIE ROMANE

FrancuccioGesualdi-FOTOprofughigrecia


In una ventina, chi con i propri figli, chi con un taccuino o un pc per prendere appunti, si sono radunati nell’aula Peppino Impastato del I Municipio, per ascoltare le sei donne di Caritas, Comunità di Sant Egidio, Refugees Welcome e Cir, che sedute accanto all’assessore al Sociale Emiliano Monteverde hanno spiegato come funzionano i loro progetti. Sono le famiglie che hanno aderito all’appello del I Municipio “Aiutiamoli a casa nostra”. “In pochissimo tempo – racconta la presidente del I Municipio Sabrina Alfonsi – ci sono arrivate 60 mail di disponibilità. Adesso abbiamo convocato le famiglie dividendole in più incontri. Questo è il primo. La prossima tappa sono i colloqui individuali con le associazione per la presa in carico di rifugiati”. “Nelle mail – dice invece l’assessore Monteverde – c’è chi è sceso molto nel dettaglio arrivando a informarci della metratura della camera che può mettere a disposizione e chi invece si è limitato a dare la propria disponibilità. Per noi questa è la giusta risposta al decreto In-sicurezza di Salvini che mette in strada tantissime persone. Così si costruisce una società più sicura”. Le ragioni che spingono le persone a fare questa scelta sono tante. “Forse proprio anche la tendenza politica del periodo”, racconta Cristiano Funari, 35 anni, capelli lunghi e 2,06 metri di altezza. “A me e a mia moglie ha fatto malissimo vedere le immagini delle persone portate via dal centro di Castelnuovo di Porto. Abbiamo una casa molto grande e ne affittavamo una parte, ma in questo momento ci sembrava giusto fare così”. Cristiano ha due figlie:” Può anche essere un’occasione per le nostre figlie per conoscere una lingua diverse e delle esperienze di vita molti distanti”. C’è poi chi invece come Federica Giacomini, 38 anni, anche lei mamma di due bambine, ne fa una questione di “redistribuzione di fortuna”: “Noi – dice – abbiamo tutto, stiamo così bene credo sia giusto cercare di aiutare chi invece viene dalla difficoltà e dalla guerra. Infondo abbiamo una casa grande, inoltre il percorso di cui hanno parlato le associazioni mi pare molto accurato, sembrano tutte persone preparate e competenti”.

(Foto Francuccio G



esuladi).

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