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TORNA NELLE SCUOLE DEL LAZIO LA “CORSA CONTRO LA FAME”

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L’8 maggio si terrà nel Lazio la quinta edizione italiana della “Corsa contro la fame”, un evento didattico, sportivo e solidale pensato da “Azione contro la fame” per i ragazzi delle scuole primarie e secondarie di primo grado e delle superiori. L’iniziativa nasce in Francia nel 1997, per poi espandersi a Spagna, Italia e Germania, sempre con l’idea di assegnare un ruolo chiave agli alunni delle scuole partecipanti, ai quali viene chiesto un coinvolgimento attivo nell’essere parte della soluzione al problema della fame nel mondo. “Quest’anno, in Italia – spiega una nota dell’associazione – 77.000 ragazzi di 303 scuole correranno l’8 maggio per raccogliere fondi da destinare alla cura e alla prevenzione della malnutrizione infantile. Per ogni Istituto, è stato pensato un percorso di formazione tenuto da un rappresentante di Azione contro la Fame, con l’obiettivo di sensibilizzare gli alunni sulle cause e le conseguenze della malnutrizione nel mondo. Nel corso degli incontri di sensibilizzazione agli alunni sarà proiettato un video in cui si spiegheranno i progetti di ‘Azione contro la Fame’ in Ciad, un Paese sconvolto da anni di conflitti regionali che hanno reso la situazione nutrizionale molto grave. A conclusione di ogni incontro, agli studenti verrà consegnato lo strumento chiave del progetto, il ‘Passaporto solidale’, con cui potranno sensibilizzare a loro volta amici, conoscenti e parenti e raccogliere delle mini-sponsorizzazioni. L’ 8 maggio a conclusione del percorso formativo, ogni scuola partecipante, con il supporto di Azione contro la Fame, organizzerà la Corsa, durante la quale i ragazzi potranno moltiplicare le promesse di donazione raccolte per il numero di giri di corsa che riusciranno ad effettuare”. “Nelle scorse edizioni abbiamo notato che i ragazzi rimangono molto colpiti dal nostro lavoro e ci fanno moltissime domande a riguardo – afferma Simone Garroni, dg di “Azione contro la fame” – Iniziative come la corsa sono importanti anche per questa ragione: far capire alle nuove generazioni che possono davvero fare la differenza, anche abitando dalla parte opposta del mondo”.

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