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TOR VERGATA, CONFERENZA MONDIALE DEI RETTORI: UNIVERSITÀ SIANO MOTORE DI CAMBIAMENTO

rettori tor vergata 2018


Giordania, Gran Bretagna, Libano, Germania, Federazione Russa, Israele, Palestina, Siria: sono alcuni dei Paesi presenti oggi alla Conferenza Mondiale dei Rettori delle università, in corso presso l’ateneo di Tor Vergata. L’evento si tiene presso la sede di rappresentanza dell’Ateneo di ‘Tor Vergata’, Villa Mondragone di Monte Porzio Catone, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, la Conferenza dei Rettori delle Università Pontificie Romane della Santa Sede e il Vicariato di Roma.

“Il compito cui sono chiamati i vertici delle università – si legge nella nota diffusa dall’ateneo – è definire, programmare e migliorare il ruolo giocato dal settore dell’istruzione superiore rispetto a primarie questioni globali”.

“A tre anni dal lancio dell’Agenda Onu 2030 – riporta il comunicato – per il raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, nonostante importanti passi in avanti, c’è ancora molto da fare. Globalizzazione spesso ‘perversa’, espansione demografica e invecchiamento della popolazione, impatto dei cambiamenti climatici sono le principali sfide di tutti i Paesi. Ma non solo. La minaccia viene anche da fenomeni interconnessi come epidemie globali, disoccupazione allarmante, aumento delle disuguaglianze economiche e sociali, migrazioni ‘forzate’, assenza di crescita inclusiva”.

Per il prof. Giuseppe Novelli, rettore di Tor Vergata, “le Università possono dare un contributo fondamentale per realizzare un futuro più sostenibile. Numerosi studi segnalano per esempio che l’istruzione concorre in modo molto significativo alla costruzione del capitale sociale, favorendo virtù collettive invisibili, ma essenziali, come fiducia e cooperazione”.

“Fare innovazione sociale – ha aggiunto Novelli – può significare per le Università divenire reale e grande motore per le nuove trasformazioni culturali, tecnologiche, economiche e sociali che ci attendono. Tutto ciò a una condizione: che si faccia strada un nuovo modello di Accademia che consenta di coniugare ‘saper essere’ e ‘saper fare’, favorendo l’interdisciplinarietà e la transdisciplinarietà, che sappia creare partnership collaborative, che sia in grado di fare ‘contaminazione’ con l’impresa per idee e progetti responsabili, che permetta di lavorare insieme a tutti gli attori delle istituzioni, nel territorio, diffondendo una cultura ‘responsabile’ e attenta alla sostenibilità, promuovendo coesione sociale, trasmettendo valori senza tempo”.

(Foto: Ansa)

Maddalena Tomassini

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