Angolo della Salute

TERAPIA DEL DOLORE, 4 PAZIENTI SU 10 NON NE PARLANO CON IL MEDICO

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Migliora la conoscenza della terapia del dolore e quasi un paziente su due sa cosa sia. Ma ancora quasi 4 persone su 10 non affrontano il problema del dolore con il medico di famiglia e tra chi accede a queste cure cala la soddisfazione.

A nove anni dall’emanazione della legge 38, a scattare la fotografia sulla percezione che i pazienti hanno sulle cure palliative è un’indagine condotta dalla Fondazione Nazionale Gigi Ghirotti e presentata oggi a Roma. Condotto negli ospedali, case di cura e negli hospice, il monitoraggio ha raccolto i pareri di ben 11.896 pazienti, con età media di 66 anni e il 60% dei quali affetto da dolore. Legge 38, che tutela e garantisce l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore, è conosciuta, almeno superficiale, dal 45% dei pazienti a fronte del 37% del 2016. Mentre peggiora la conoscenza sugli oppiacei: sa che si tratta di farmaci derivati da morfina e utilizzati per il dolore acuto il 43% degli intervistati (erano il 45% nel 2016).

Il problema è spesso nell’accesso, ovvero sapere come usufruire di queste terapie. Tra coloro che presentano patologie associate a dolore, il 35% non ne ha parlato con il medico di famiglia, e solo il 26% ha avuto prescritta una visita specialistica. Chi accede alla terapia del dolore, in 8 casi su 10 è soddisfatto. Cala invece la soddisfazione di chi usufruisce di cure palliative: oltre il 60% di chi le ha ricevute le valuta positivamente, con un calo di circa il 10% rispetto al 2016. Ma in alcune regioni i tempi di attesa per entrare in un hospice sono ancora troppo lunghi, un tempo infinito per chi è in fin di vita e prova sofferenze lancinanti. “Bisogna evitare la sofferenza inutile e promuovere la dignità della persona, sia attraverso la ricerca di nuovi farmaci sia attraverso una cura alla persona fatta di attenzione e vicinanza al malato”, ha commentato il presidente Fondazione Ghirotti Vincenzo Morgante.

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